Apre l’Area Sacra di largo Argentina

Dal 20 giugno un nuovo percorso consente, per la prima volta, di accedere al sito e visitarlo in modo sistematico, leggendone le fasi di vita dall’età repubblicana in poi

Diventa finalmente accessibile al pubblico la storia millenaria dell’Area Sacra di largo Argentina. A partire da oggi, 20 giugno, un nuovo percorso consente, per la prima volta, di accedere al sito e visitarlo in modo sistematico, leggendone le fasi di vita dall’età repubblicana attraverso l’epoca imperiale e medievale, fino alla riscoperta avvenuta nel secolo scorso con le demolizioni degli anni Venti. Grazie ai lavori condotti sotto la direzione scientifica della Sovrintendenza capitolina ai Beni culturali – finanziati dal mecenatismo della Maison Bulgari -, si possono infatti ammirare da vicino i resti dei templi dell’Area Sacra, apprezzandone i dettagli, le fasi costruttive e i materiali, camminando allo stesso livello di strutture che per decenni cittadini e turisti hanno osservato dal piano stradale. A renderlo possibile, un percorso su passerella completamente privo di barriere architettoniche, che si apre da via di San Nicola de’ Cesarini. Presente anche una piattaforma elevatrice che consente l’accesso alle persone con mobilità ridotta, mentre all’interno sono stati eliminati tutti i dislivelli e salti di quota, rendendo agevole la visita anche in sedia a ruote o con passeggini.

Nelle parole del sindaco di Roma Roberto Gualtieri, «l’investimento circoscritto e mirato che ha coinvolto l’area di largo Argentina regala a romani e turisti la fruibilità di un sito tra i più belli al mondo. Sarà possibile seguire le vicende di questa straordinaria area della Roma repubblicana, che ospita, tra le altre cose, tesori come i quattro templi, la pavimentazione voluta dall’imperatore Domiziano e il muro della Curia di Pompeo dove venne assassinato Giulio Cesare». Il valore aggiunto, rivendica, è la «piena accessibilità», sia per le persone con disabilità motoria o mobilità ridotta che per ipovedenti e non vedenti. «Ringrazio Bulgari per il suo atto di mecenatismo e per la scelta strategica e strutturale di indirizzare le risorse su questo sito che per decenni non è stato possibile vivere nella sua completezza», sono ancora le parole del primo cittadino.

Soddisfazione anche nelle parole dell’assessore capitolino alla Cultura Miguel Gotor. «I cittadini romani e i turisti – afferma – potranno da ora in avanti vedere da vicino meravigliosi reperti archeologici di varie epoche della storia della nostra città». E di «gioiello archeologico e architettonico» parla anche Jean-Christophe Babin, amministratore delegato del Gruppo Bulgari, esprimendo il suo orgoglio per aver contribuito a rendere finalmente fruibile ai cittadini e ai turisti questa «preziosa testimonianza dell’affascinante sovrapposizione di epoche e stili che rende la Città Eterna unica al mondo. Un progetto che ci ha consentito di onorare, ancora una volta, il profondo legame che abbiamo con Roma, da sempre inesauribile fonte di ispirazione e crocevia millenario di arti, culture e tradizioni – aggiunge -. Nell’Area Sacra si percepisce il respiro della Storia. Queste maestose vestigia raccontano la grandezza di un impero che ha forgiato la nostra civiltà».

Al Gruppo Bulgari vanno anche i ringraziamenti del Sovrintendente Claudio Parisi Presicce, che rende omaggio al «prezioso lavoro» dei tecnici della Sovrintendenza, che hanno restituito alla città «un’area importantissima, consentendo a tutti di ammirare uno spaccato di storia di oltre due millenni: dalla Roma repubblicana a quella degli imperatori, dal riutilizzo delle strutture come dimore di famiglie aristocratiche, chiese e monasteri fino alle demolizioni degli anni Venti del ‘900». Uno «splendido risultato», aggiunge, reso possibile da «una proficua collaborazione tra pubblico e privato».

Per raccontare al meglio la storia del sito e delle trasformazioni avvenute nel corso dei secoli, l’intero percorso di visita è dotato di una serie di pannelli illustrativi con testi in italiano e in inglese e di un ricco corredo fotografico. Per le persone ipovedenti e non vedenti sono stati realizzati anche due grandi pannelli tattili, in italiano, inglese e braille con le indicazioni dell’intero complesso e dei singoli monumenti e con la lettura tattile di due reperti scansionati in 3D: un frammento di lastra con uccellino che becca un frutto e la testa colossale di statua di culto femminile. Realizzati anche una nuova illuminazione su tutta la passerella e gli espositori situati nello spazio museale, mentre a livello stradale è stato illuminato il portico della medievale Torre del Papito. Proprio l’area espositiva qui allestita, insieme a quella nei locali al di sotto del piano stradale di via di San Nicola de’ Cesarini, è l’elemento di grande novità dell’area. Gli spazi sono stati allestiti con una selezione dei numerosi reperti provenienti dagli scavi e dalle demolizioni del secolo scorso, tra cui frammenti di epigrafi, sarcofagi, decorazioni architettoniche e due teste di statue colossali appartenenti a divinità venerate nell’area.

20 giugno 2023