Appello di Acs: l’Italia riconosca il genocidio in Medio Oriente

Il messaggio lanciato dalle pagine de Il Foglio: «Non è battaglia confessionale, è una difesa della libertà religiosa, quindi della libertà senza aggettivi»

Il messaggio lanciato dalle pagine de Il Foglio: «Non è una battaglia confessionale, è una difesa della libertà religiosa, e quindi della libertà senza aggettivi»

Chiamare «con il proprio nome» le atrocità commesse dai jihadisti contro le minoranze in Medio Oriente, «nel solco delle recenti risoluzioni e mozioni approvate nel 2016 da Parlamento europeo, Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti d’America e Camera dei Comuni britannica». È l’invito risoluto rivolto alle istituzioni italiane dalla fondazione Aiuto alla Chiesa che soffre. E il nome è «genocidio».

Un appello, quello di Acs, lanciato dalle pagine de Il Foglio, con l’obiettivo di portare la questione al centro delle attività parlamentari e nelle altre sedi rappresentative. «Non possiamo indignarci oggi di fronte alle testimonianze della carneficina di Srebrenica – si legge nel testo – e contemporaneamente comportarci verso Siria ed Iraq con l’indifferenza che allora rese possibili i massacri nei Balcani».

A confermarlo bastano i numeri. Nel 2014 in Iraq 125mila cristiani, insieme a migliaia di membri di altre minoranze religiose, sono stati costretti dall’Isis ad abbandonare le proprie case. Le alternative praticabili erano solo due: la morte o il ripudio della fede. La scelta dei cristianidi Mosul, come di quelli della Piana di Ninive, è stata immediata: in una sola notte hanno lasciato le loro case. Tra quelli che non sono riusciti a fuggire, in centinaia hanno trovato la morte per mano dei jihadisti, come testimoniano i cadaveri ritrovati qualche settimana orsono in fosse comuni a Ramadi, Anbar e Tikrit.

«Tutto questo – affermano da Acs – si chiama “genocidio”: un insieme di atti volti a distruggere gruppi nazionali, etnici, razziali, religiosi. È per sanzionare tali crimini che è stata istituita la Corte Penale internazionale». L’invito alla comunità internazionale dunque è a parlare di «pulizia etnica» e di «crimini contro l’umanità» per descrivere le violenze dello Stato islamico. «Non è solo una questione terminologica. Quel che accade oggi in Iraq e Siria va riconosciuto come genocidio Non è una battaglia confessionale, è una difesa della libertà religiosa, e quindi della libertà senza aggettivi. Ignorare quanto accade equivale a esserne complici».

Si può aderire alla campagna di Acs attraverso l’hastag #DefiniamoloGenocidio o inviando una mail all’indirizzo definiamologenocidio@acs-italia.org. Per informazioni: http://acs-italia.org/definiamologenocidio/.

8 giugno 2016