Anziani, «un’alternativa alla solitudine e all’abbandono è possibile»

La campagna social dei Giovani per la pace della Comunità di Sant’Egidio dopo la strage nelle Rsa. Un dibattito pubblico e culturale per chiedere un cambiamento

#SalviamoINostriAnziani. È il titolo della campagna lanciata sui social network dai Giovani per la pace, movimento giovanile legato alla Comunità di Sant’Egidio, che attraverso un videomessaggio vogliono sensibilizzare l’opinione pubblica «sull’ecatombe in atto nelle case di cura», come spiega il responsabile nazionale del movimento Stefano Orlando. Dall’inizio dell’emergenza sanitaria nelle Rsa italiane (residenze sanitarie assistenziali) sono morti 7mila anziani, il 40% per coronavirus. Quasi la metà dei deceduti per il Covid-19 in Europa era residente in case di riposo. I dati dell’Istituto superiore di sanità e dell’Oms portano alla luce una strage silenziosa che ha spinto i giovani a dire «basta», che è giunto il tempo «di cambiare» e di opporsi alla distanza sociale.

Nel video di due minuti i Giovani per la pace ribadiscono di conoscere bene «la triste realtà degli istituti, dove gli anziani si sentono a volte soli e dimenticati». Fino a due mesi fa, infatti, svolgevano volontariato nelle case di riposo, diventavano amici degli anziani, facevano loro visite settimanali o organizzavano feste per alleviare la loro sofferenza. Quando non è stato più possibile accedere nelle strutture a causa della pandemia non li hanno comunque lasciati soli. Hanno iniziato a scrivere lettere, inviare videomessaggi, a intensificare le telefonate e le videochiamate riuscendo anche a tessere relazioni con anziani che ancora non conoscevano. «Quando è emersa la gravità della tragedia che si stava consumando ci siamo resi conto che non bastava consolarli con le nostre lettere o telefonate – afferma Orlando -. Riteniamo sia necessario aprire un dibattito pubblico e culturale per chiedere un cambiamento perché un’alternativa alle morti, alla solitudine e all’abbandono è possibile».

Da qui l’idea di un videomessaggio da condividere sui social attraverso il quale i ragazzi vogliono essere la voce di migliaia di anziani che «non hanno la forza o la possibilità di protestare», prosegue Orlando. Per i Giovani per la pace non si tratta di numeri di una immane tragedia ma di uomini e donne che conoscevano personalmente. «Molti degli anziani deceduti erano nostri amici – rimarca il responsabile nazionale del movimento -. Ne conoscevamo tanti soprattutto in Lombardia e in Emilia-Romagna, dove si registrano i dati peggiori, ma anche qui a Roma. Questa è la nostra occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione delle case di riposo. Si può pensare di potenziare progetti già esistenti come le piccole case famiglia, il cohousing, i condomini “protetti”, l’assistenza domiciliare, che aggirerebbero i problemi di isolamento e abbandono e sicuramente farebbero vivere meglio gli anziani».

Nel videomessaggio i Giovani di Sant’Egidio ribadiscono che «ogni anziano ha diritto a vivere in un posto che può chiamare casa, perché ha semplicemente diritto a vivere e a non morire prima del tempo, come tutti noi». Invitano quindi a segui l’hashtag #SalviamoINostriAnziani, a condividerne i contenuti utili a cambiare le cose e a unirsi a loro, pubblicando un appello «perché si trovino subito delle alternative alle case di riposo».

24 aprile 2020