Antonianum e Grande Moschea di Roma insieme per una “Energia di pace”

Il patto per una comunità energetica siglato in un convegno nell’auditorium di viale Manzoni. L’obiettivo della cooperazione nella ricerca scientifica, per un’ecologia integrale

Dialogare per conoscersi e iniziare un cammino di collaborazione nell’ottica di una fratellanza universale che conduca alla pace tra i popoli. È quanto contenuto nell’accordo quadro di collaborazione tra la Pontificia Università Antonianum e il Centro Islamico culturale d’Italia-Grande moschea di Roma siglato questa mattina, 13 marzo, durante i lavori del convegno “Energia di pace: fare energia per la pace”, svoltosi nell’auditorium Antonianum di viale Manzoni. Un patto per una comunità energetica che pone le basi sulla Costituzione Apostolica di Papa Francesco “Veritatis gaudium” dell’8 dicembre 2017, sul documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune firmato ad Abu Dhabi Il 4 febbraio 2019 da Bergoglio e dal Grande imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb e sulla lettera enciclica “Fratelli tutti” sulla fraternità e l’amicizia sociale scritta da Francesco nel 2020. I contenuti di questi documenti hanno incontrato il desiderio delle parti di unirsi per instaurare e consolidare relazioni scientifiche, didattiche e di terza missione.

Nell’accordo, siglato proprio nel giorno del decimo anniversario dell’elezione di Papa Francesco, l’Università Antonianum e il Centro culturale Islamico d’Italia si impegnano a promuovere azioni di collaborazione finalizzate a cooperare nell’area della ricerca scientifica con programmi di ricerca e azione, a realizzare conferenze e corsi di aggiornamento, ad avviare programmi accademici culturali di sviluppo e di orientamento e a scambiarsi informazioni e materiale didattico. L’accordo, che ha una durata di cinque anni, è stato firmato da Agustín Hernández Vidales e frate Massimo Fusarelli rispettivamente rettore e Gran cancelliere dell’Antonianum, dal segretario generale della Grande Moschea di Roma Abdellah Redouane e dall’imam Nader Akkad. La firma del patto, definita «momento storico», tramuta i pensieri in azioni concrete per lavorare nel sentiero dell’ecologia integrale valorizzando le diverse culture.

Per padre Fusanelli la firma nel giorno dell’anniversario del pontificato di Papa Francesco «dà la misura, piccola ma significativa, del cammino fatto in questi dieci anni per coniugare la nostra fede con i segni dei tempi in modo funzionale». Redouane, dopo aver ricordato gli incontro avuti con Papa Francesco, ha spiegato che in questi dieci anni «i rapporti con il Vaticano si sono rafforzati e questa firma ne è la prova. L’intesa tra un ente islamico e uno cattolico segna l’orientamento che tutti devono seguire». Infine l’imam ha spiegato che la firma dell’accordo è «un momento epocale che unisce due comunità per produrre e donare energia. Fare un accordo con il mondo francescano, con una comunità cattolica, è la prova che è possibile passare dal dialogo incartato a quello incarnato».

Due anni fa l’Antonianum ha avviato il corso di laurea in Filosofia con specializzazione in ecologia integrale partendo dalla seconda enciclica di Papa Francesco, la “Laudato si’”. Tra gli insegnati di questo corso di studi c’è anche l’imam Akkad, docente del Corso di ecologia integrale nell’islam.  Dopo aver espresso gratitudine al pontefice per la sua missione sul soglio pontificio e chiesto a «Dio che lo conservi a lungo», il rettore ha spiegato che l’ateneo da tempo «ha rafforzato il suo impegno per approfondire il tema dell’ecologia integrale» che ha visto anche «importanti collaborazioni con le realtà imprenditoriali di Taranto, dove l’azienda ha distrutto l’ambiente».

Parlando delle disponibilità energetiche sempre più sfruttate, padre Giuseppe Buffon, decano della facoltà di Teologia dell’Antonianum, nell’introdurre i lavori del convegno ha specificato che «l’unico progresso illimitato che conosciamo non è quello dello sfruttamento delle risorse per accrescere la ricchezza economica ma quello della riduzione dei limiti che impediscono le relazioni, cioè il superamento degli steccati tra clan famigliari, lobby di potere, regionalismi, nazionalismi, blocchi politici ed economici. Se c’è un progresso umano è quello che conduce alla pace e alla fraternita universale, quello di un io che espande la propria coscienza intessendo relazioni con l’intera famiglia cosmica». Ambizione dell’Antonianum è quello di «far diventare la città una foresta – ha detto ancora Buffon -; se l’ecologia si gioca sempre più nel cuore delle città, l’operazione da fare è trasformare gli edifici in alberi proprio grazie ai pannelli offertici dalla tecnologia, quale nuovo fogliame, capace di attingere l’energia che viene dal sole». Nel corso del convegno sono state proiettate le fotografie del “Peace Village” inaugurato questa mattina a Brovary, in Ucraina. Un complesso di edifici messo a disposizione della popolazione, simbolo circolare di pace, di speranza, di risorsa energetica.

13 marzo 2023