Antisemitismo, nelle diocesi la Giornata del dialogo

Il vescovo Spreafico, presidente commissione Cei: «Come disse Pio XI, siamo tutti spiritualmente semiti». L’invito a «combattere indifferenza e ignoranza»

Alla vigilia della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18-25 gennaio) e a pochi giorni dal Giorno della memoria (27 gennaio), si celebra oggi, 16 gennaio, nelle diocesi d’Italia la XXXI Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei. Da Nord a Sud, numerose le iniziative proposte, guardando soprattutto all’obiettivo di approfondire la conoscenza delle radici ebraiche della fede cattolica. Anche a Roma, questo pomeriggio alle 17 la Pontificia Università Lateranense ospita il confronto sul Cantico dei Cantici tra Riccardo Di Segni, rabbino capo della Comunità ebraica di Roma, e Luca Mazzinghi, docente di Antico Testamento alla Pontificia Università Gregoriana.

A spiegare il tema è il direttore dell’Ufficio Cei per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso don Giuliano Savina. «Negli ultimi anni – ricorda -, sul tavolo dell’amicizia e della fraternità sono stati aperti alcuni rotoli delle Meghillot. Nel 2020 viene aperto quello del Cantico dei Cantici. Ci auguriamo che attorno a questi tavoli possano sedersi donne e uomini di generazioni diverse – prosegue -. Ci sta a cuore consegnare e trasmettere alle nuove generazioni i testi sacri dai quali e grazie ai quali conosciamo le nostre radici, senza i quali la nostra civiltà non solo si impoverisce, ma rischia di essere in balia dei profeti di sventura che sono sempre pronti ad alzare la cresta». E il pensiero va ai cori vergognosi negli stadi ma anche agli atti di vero e proprio vandalismo contro luoghi di culto ebraici e della memoria. «I fatti di antisemitismo e di antigiudaismo di questi ultimi giorni ci fanno conoscere la drammatica realtà – le parole di don Savina -. L’indifferenza e l’ignoranza vanno combattute con tutte le nostre forze, a partire dalla corretta conoscenza dei testi delle Scritture».

Pone l’accento sulla radice ebraica del cristianesimo il vescovo Ambrogio Spreafico, presidente della commissione Cei per l’Ecumenismo e il dialogo. «Gesù era ebreo, come lo erano Maria, Giuseppe e gli apostoli – ricorda -. Siamo tutti, come disse Pio XI in tempi molto tragici, spiritualmente semiti». Proprio per questo, «vogliamo invitare le comunità a vivere e capire il mondo ebraico come una realtà di uomini e donne che sono in mezzo a noi e che vivono una lunga tradizione di fede che è all’origine della nostra fede cristiana». Quindi, presentando la Giornata di oggi, il vescovo si sofferma su alcuni dati. Nel 2016, riferisce, sono stati postati on line 382mila post antisemiti, 43,6 post all’ora, uno ogni 83 secondi. Di questi, 2.700 sono comparsi sui social network italiani. Si è anche calcolato che nel periodo di tempo 1-24 gennaio 2018, ci sono stati 23 post all’ora per un totale di 550 post al giorno che contenevano espressioni antisemite e neonaziste, 4.5 post all’ora e 108 post al giorno che negavano la Shoah.

«Spero che l’Europa abbia imparato la lezione del dramma della guerra – è il commento di Spreafico -: 70 milioni di morti, 6 milioni di ebrei sterminati, senza dimenticare che con loro furono uccisi anche 500mila zingari, oltre agli oppositori politici, preti e tanti altri. Spero davvero che questa memoria sia viva ancora oggi ma averla viva oggi – evidenzia – vuol dire anche preservarci dal ritornare a una mentalità di esclusione dell’altro. L’antisemitismo non è altro che l’espressione più tragica di una forma di esclusione che diventa nella nostra società odio per lo straniero, insofferenza per l’immigrato, razzismo, scarto di chi è più debole, più povero, di chi è anziano. Ce ne sono tante di esclusioni nel nostro mondo. Troppe». Per combatterle, il vescovo indica due vie: l’incontro e l’amicizia. «La prima – spiega – è la via maestra: dobbiamo incontrarci per conoscerci e ascoltarci. La via dell’amicizia è via di dialogo e nel dialogo dobbiamo provare a costruire una cultura in cui nella differenza proviamo a capirci, aiutarci insieme a costruire una cultura pacifica nel mondo in cui siamo».

16 gennaio 2020