Anno della vita consacrata: un bilancio

Oggi e domani, 2 febbraio, gli ultimi eventi e la Messa con il Papa. Padre Montan: «Ampia la partecipazione dei consacrati della diocesi»

Oggi e domani, 2 febbraio, gli ultimi eventi e la Messa con il Papa. Padre Montan: «Ampia la partecipazione dei consacrati della diocesi» 

Sono più di 4000 i religiosi e le religiose di tutto il mondo che parteciperanno, oggi e domani 2 febbraio, agli eventi conclusivi dell’Anno della vita consacrata. Dopo le giornate d’incontro e le veglie di preghiera, che da giovedì si sono tenute a Roma, l’appuntamento «più atteso» per padre Agostino Montan, direttore dell’ufficio diocesano per la Vita consacrata, sarà l’udienza con papa Francesco in Aula Paolo VI. Il 30 e il 31 gennaio, intanto, in cinque diversi luoghi di Roma, ogni forma di vita consacrata si è incontrata per approfondire alcuni aspetti specifici della sua vocazione.

«Come ufficio diocesano – puntualizza padre Montan – abbiamo offerto volentieri la nostra collaborazione a tutte le iniziative promosse dalla Congregazione per gli Istituti di vita consacrata, e la partecipazione dei religiosi e delle religiose di Roma è sempre stata molto ampia». L’Anno si concluderà, quindi, martedì alle 17.30 a San Pietro, con la Messa presieduta da Francesco. In mattinata, dalle 9 alle 12, il pellegrinaggio giubilare a Santa Maria Maggiore, a San Giovanni in Laterano e a San Paolo Fuori le Mura.

«Per quanto riguarda i dati concreti, relativi ai frutti di questo Anno, è ancora presto per sbilanciarsi – continua Montan -. Quello che ho notato però, al di là delle diverse problematiche specifiche che interessano le realtà religiose di Roma, è la grande partecipazione, l’interesse e l’entusiasmo che si sono venuti a creare in questo periodo». È stata una “Vita consacrata romana” che «si è messa a disposizione del mondo», quella che «abbiamo imparato a conoscere in quest’ultimo anno» commenta padre Marco Bellachioma, segretario diocesano della Conferenza italiana superiori maggiori (Cism).

Soprattutto durante il Congresso internazionale dello scorso settembre che ha riunito i giovani in formazione, «abbiamo accolto tanti novizi, post novizi, postulanti, di istituti maschili e femminili. Tante chiese di Roma si sono aperte ai gruppi di studio, di approfondimento. È stata una bella occasione che ci ha dato l’opportunità di scrutare il complesso mosaico che va disegnando – a livello mondiale – la vita religiosa del nostro tempo». Tanti incontri, tante possibilità di confronto che «ci hanno mostrato quanti siano i religiosi che lavorano, anche nel nascondimento, sia per la Chiesa universale che per la città in cui risiedono».

Quest’Anno, è stato importante per «favorire una maggiore conoscenza tra le varie realtà presenti sul territorio – conclude padre Bellachioma –, e per darci incoraggiamento e slancio nella nostra missione». Papa Francesco «ci ha chiamati a fare memoria grata del nostro passato e soprattutto a rinnovare l’impegno di fedeltà e la passione della nostra sequela di Cristo», aggiunge suor Gabriella Guarnieri, dell’Unione diocesana superiore maggiori d’Italia (Usmi). Con il progetto “Carismi nella città” «abbiamo individuato sei ambiti» (carità, comunicazione, educazione, missione, preghiera e sanità n.d.r.), «per raccontare la ricchezza della presenza della vita consacrata nella città di Roma».

Al termine di quest’Anno, «gli aspetti problematici certo non spariscono, ma per noi consacrati è stata una bella occasione per rileggere la propria vita, approfondire ciò che siamo chiamati ad essere, potenziare la comunione ecclesiale adottando uno stile intercongregazionale» richiamato dalla Lettera del Papa a tutti i consacrati quando invita a «uscire dai confini del proprio Istituto per elaborare insieme progetti comuni di formazione, evangelizzazione e interventi sociali». Il progetto Carismi in Città, «vuole essere un primo tentativo di risposta – conclude suor Gabriella – a questo invito di costruire il futuro nel dialogo e nell’aiuto reciproco».

1° febbraio 2016