“Andare” e “vedere”, per «accogliere Dio che non ci ama a parole ma con i fatti»

Le parole del Papa nella Messa del 1° gennaio, solennità di Maria Santissima Madre di Dio e 56ª Giornata mondiale della pace. Nell’Angelus, il riferimento all’Ucraina

Nella solennità di Maria Santissima Madre di Dio, ieri, 1° gennaio, Papa Francesco ha affidato alla Vergine «l’amato» Papa emerito Benedetto XVI, morto alle 9.34 del, 31 dicembre, e tutti i popoli in guerra». Nella basilica Vaticana, Bergoglio ha pregato Maria perché accompagni Papa Ratzinger «nel suo passaggio da questo mondo a Dio». Anche durante la preghiera dei fedeli è stata aggiunta un’intenzione per «il Papa emerito Benedetto XVI, il supremo pastore, che sempre vive per intercedere per noi». E ancora, durante la recita dell’Angelus, Francesco ha implorato l’intercessione della Madre di Gesù «in particolare per il Papa emerito Benedetto XVI. Ci uniamo tutti insieme, con un cuore solo e un’anima sola, nel rendere grazie a Dio per il dono di questo fedele servitore del Vangelo e della Chiesa».

Nel primo giorno dell’anno si è celebrata anche la 56ª Giornata mondiale della pace, sul tema: “Nessuno può salvarsi da solo. Ripartire dal Covid-19 per tracciare insieme sentieri di pace”. Durante la Messa, senza fare riferimento a un conflitto in particolare, il vescovo di Roma ha invocato l’intercessione della Madonna «per i figli che soffrono e non hanno più la forza di pregare, per tanti fratelli e sorelle colpiti dalla guerra in molte parti del mondo, che vivono questi giorni di festa al buio e al freddo, nella miseria e nella paura, immersi nella violenza e nell’indifferenza». Un riferimento specifico all’Ucraina è stato invece fatto durante l’Angelus. Ricordando che la Giornata è stata istituita da Papa Paolo VI nel 1968 per la preghiera per la pace nel mondo, Bergoglio ha rimarcato che oggi «sentiamo ancora più forte, intollerabile il contrasto della guerra che in Ucraina e in altre regioni semina morte e distruzione. Tuttavia, non perdiamo la speranza perché abbiamo fede in Dio, che in Gesù Cristo ci ha aperto la via della pace. L’esperienza della pandemia ci insegna che nessuno può salvarsi da solo ma che insieme possiamo percorrere sentieri di pace e di sviluppo».

Nell’omelia della celebrazione – presieduta da Francesco e celebrata dal cardinale segretario di Stato Pietro Parolin -, il Papa ha ricordato che tutte le cose importanti vanno fatte subito, senza indugio, anche rischiando. Ha esortato a lasciarsi «consigliare» dai pastori di Betlemme, a imitare il loro slancio. Accogliendo l’invito degli angeli, corsero alla grotta e furono i primi a vedere la Madonna con il Bambino Gesù. Andare e vedere, i due gesti compiuti dai pastori. E ognuno di noi, ha domandato Bergoglio, è pronto ad andare verso il prossimo per fare del bene? Per accogliere Dio che «non ci ama a parole, ma coi fatti; non “dall’alto”, da lontano, ma “da vicino”», per Papa Francesco «non si può stare fermi e comodi aspettando che le cose migliorino. Bisogna alzarsi, cogliere le occasioni di grazia, andare, rischiare. Tanti, nella Chiesa e nella società, aspettano il bene che tu e solo tu puoi dare, il tuo servizio – ha aggiunto -. E, di fronte alla pigrizia che anestetizza e all’indifferenza che paralizza, di fronte al rischio di limitarci a rimanere seduti davanti a uno schermo con le mani su una tastiera, i pastori oggi ci provocano ad andare, a smuoverci per quel che succede nel mondo, a sporcarci le mani per fare del bene, a rinunciare a tante abitudini e comodità per aprirci alle novità di Dio, che si trovano nell’umiltà del servizio, nel coraggio di prendersi cura».

Non bisogna solo andare, è necessario anche vedere. «Dedichiamo del tempo a vedere – l’invito di Bergoglio -, cioè ad aprire gli occhi e a tenerli aperti di fronte a quel che conta: a Dio e agli altri. Abbiamo il coraggio di sentire lo stupore dell’incontro che è lo stile di Dio, cosa ben differente dalla seduzione del mondo che anestetizza e dà tranquillità. Quante volte, presi dalla fretta, non abbiamo neanche il tempo di sostare un minuto in compagnia del Signore per ascoltare la sua Parola, per pregare, per adorare, per lodare. La stessa cosa avviene nei riguardi degli altri – ha proseguito Francesco -: presi dalla fretta o dal protagonismo, non c’è tempo per ascoltare la moglie, il marito, per parlare con i figli, per chiedere loro come vanno dentro, non solo come vanno gli studi e la salute. E quanto bene fa mettersi in ascolto degli anziani, del nonno e della nonna, per guardare la profondità della vita e riscoprire le radici. Chiediamoci dunque se siamo capaci di vedere chi ci vive accanto, chi abita il nostro palazzo, chi incontriamo ogni giorno nelle strade».

In occasione della celebrazione è stata portata nella basilica di San Pietro e posizionata accanto all’altare la statua della Madonna del Carmine di Avigliano (Potenza).

2 gennaio 2023