Ancora sacerdoti cattolici rapiti in Nigeria

Monteduro (Acs): «La comunità cristiana è gravemente minacciata. È tempo di intervenire in maniera concreta per garantire la sicurezza di sacerdoti, religiose e laici»

Continua, in Nigeria, la violenza ai danni dei cristiani. Dopo la strage di Pentecoste in una chiesa cattolica di Owo, Stato di Ondo, nel sud-ovest del Paese, tre sacerdoti cattolici sono stati rapiti. La denuncia arriva dalla fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs): il 26 giugno, informano, nello Stato di Edo è stato sequestrato padre Christopher Odia Ogedegbe, il cui corpo è stato ritrovato senza vita la sera dello stesso giorno. È stato rapito mentre si recava in chiesa per celebrare la Messa. Nelle stesse ore un altro sacerdote, padre Vitus Borogo, è stato ucciso da terroristi a Prison Farm, lungo la Kaduna-Kachia Road. Era Cappellano della comunità cattolica del Politecnico statale di Kaduna.

Domenica 3 luglio, informano ancora da Acs, altri due religiosi, padre Peter Udo (della chiesa di San Patrizio) e Padre Philemon Oboh (del St. Joseph Retreat Center), sono stati rapiti da uomini armati lungo la strada Benin-Auchi mentre tornavano da Benin City nella loro diocesi di Uromi, sempre nello Stato di Edo. Di loro non si hanno notizie. Ieri infine, 4 luglio, la diocesi di Kafanchan, nello Stato di Kaduna, ha comunicato il rapimento di don Emmanuel Silas, sequestrato mentre si trovava nella casa parrocchiale della chiesa cattolica San Carlo di Zambina.

«Aiuto alla Chiesa che Soffre non può non esprimere la propria indignazione e il proprio sconforto – afferma il direttore di Acs Italia Alessandro Monteduro -. La nostra comunità dei benefattori prega per le vittime, le loro famiglie e le rispettive comunità. Non è tuttavia possibile limitarsi alla pubblica denuncia – prosegue -. È necessario che le autorità nigeriane, le organizzazioni internazionali e i maggiori attori politici presenti a vario titolo sul territorio nigeriano prendano atto che la comunità cristiana, che rappresenta il 46% della popolazione, e le istituzioni ecclesiastiche sono gravemente minacciate e che è ormai tempo di intervenire in maniera concreta per garantire la sicurezza di sacerdoti, religiose e laici cristiani».

5 luglio 2022