Ancora 10 vittime del mare, al largo della Libia

Ripamonti (Astalli): «Esternalizzazione e chiusura delle frontiere non fermano le migrazioni, ci rendono solo corresponsabili di morte e violenze»

Il Centro Astalli affida a una nota il suo «profondo cordoglio» per le 10 persone morte soffocate su una barca partita dalla Libia con a bordo un centinaio di migranti. «Ancora una volta ci troviamo di fronte a delle morti evitabili se l’Europa mostrasse al mondo di essere in grado di rispettare diritti e dignità di chi fugge in cerca di salvezza. Le politiche di esternalizzazione e le chiusure delle frontiere non fermano le migrazioni, ci rendono solo corresponsabili di morte e violenze – afferma il presidente padre Camillo Ripamonti -. Nazionalismi e populismi in Europa e governi autoritari e illiberali nei Paesi Terzi tengono in ostaggio l’Unione europea che, divisa al suo interno, rimane ferma e indifferente mostrando debolezze e inadeguatezze sempre più strutturali nella gestione dei flussi migratori».

Secondo l’organizzazione dei Gesuiti, aprire le frontiere per una gestione legale ordinata e sicura è possibile: «Lo dimostrano le esperienze, ormai consolidate, di attivazione di canali legali da parte di organizzazioni umanitarie». Per questo il Centro Astalli chiede a istituzioni nazionali e sovranazionali «l’attivazione di quote di resettlement significative», in aggiunta a «canali umanitari strutturali e numericamente adeguati per i rifugiati in fuga da guerre e persecuzioni». Ma anche «politiche che facilitino il ricongiungimento familiare e una seria politica di cooperazione allo sviluppo che non sia alibi per attivare politiche di chiusura».

17 novembre 2021