Anche l’Ac il 2 marzo «in digiuno e preghiera per la pace»
L’associazione aderisce all’appello di Papa Francesco, partecipando alla giornata indetta per il Mercoledì delle Ceneri. «Fare ogni sforzo per la pace»
Anche l’Azione cattolica italiana, «come tutte le Ac del mondo riunite nel Forum internazionale di Azione cattolica», condivide «”il grido della pace” di cui Papa Francesco si è fatto interprete», si legge in una nota della presidenza nazionale, e «rinnova il proprio impegno a essere un anello di quella grande catena di donne e uomini di speranza, di dialogo e di solidarietà che considerano la pace un bene prezioso che supera ogni barriera, da promuovere e tutelare sempre».
Aderendo alla proposta del pontefice, «poiché tutti siamo chiamati ad essere costruttori di pace», i ragazzi, i giovani e gli adulti di Azione cattolica di tutta Italia, «condividendo la troppo lunga sofferenza di tutta la popolazione ucraina, in particolare di tanti bambini, parteciperanno alla giornata di digiuno e di preghiera per la pace in Ucraina e nel mondo indetta per il prossimo 2 marzo», si legge ancora nella nota. «Offriamo la nostra concreta disponibilità – affermano dalla presidenza nazionale – a contribuire all’organizzazione in tutte le parrocchie e le diocesi del Paese di questo momento di digiuno e preghiera, nel mercoledì delle ceneri in cui la Chiesa di Cristo celebra la sua giornata penitenziale. Con Papa Francesco e con i vescovi delle Chiese di tutta l’Europa, l’Azione cattolica ripete a voce alta: nel nome di Dio, fermatevi adesso!, si ponga fine immediatamente all’aggressione russa e si faccia tutto il possibile per proteggere donne, uomini e bambini innocenti».
Come «associazione di laici che opera nella costruzione del bene comune e per la promozione della pace», è la conclusione della nota, «auspichiamo che il nostro Paese e la comunità internazionale accolgano l’esortazione a fare ogni sforzo per promuovere, senza indugio, iniziative chiare ed efficaci per la pace in Ucraina, basate sul dialogo e sul negoziato, per il bene della popolazione ucraina e dell’umanità tutta. In nome di Dio, non si lasci intentata nessuna via per fermare questo conflitto e si ponga fine a una guerra che dall’Ucraina rischia di incendiare tutta l’Europa e il mondo intero».
28 febbraio 2022