“Illegalità”, “indesiderabilità” e perfino “criminalità”. Questi i termini ai quali i media sudafricani identificano i migranti, collegandoli a comportamenti da cronaca nera. Lo dimostra il nuovo rapporto dell’Istituto scalabriniano per la mobilità umana in Africa (Sihma) reso noto ieri, lunedì 12 giugno, anche in Italia. Lo studio si è concentrato sugli articoli pubblicati da gennaio 2011 a dicembre 2015 sulla questione della migrazione. 25 i giornali presi in esame, tra quotidiani e settimanali, inclusi tutti i principali titoli di stampa sudafricani, per un totale di oltre 5mila articoli.

«In Sud Africa, così come in Europa, negli Stati Uniti e in Australia – spiega Sergio Carciotto, direttore di Sihma -, il discorso politico attorno alla gestione delle migrazioni sta rafforzando le gerarchie globali che operano un distinguo all’interno della popolazione migrante tra coloro che sono accettabili/impiegabili, e portano un guadagno finanziario per i Paesi riceventi, e quelli indesiderabili, che possono essere deportati e rimpatriati nei loro Paesi d’origine». Anche l’autore dello studio Nixon Kariithi conferma che «in maniera chiara, i media sudafricani associano il migrante e l’estraneo in genere con l’illegalità e invitano ad un’azione verso questi individui come un modo per diminuire apparentemente l’esposizione del Sudafrica all’attività illegale/criminale».

13 giugno 2017