Ambiente, servono soluzioni innovative
Tra la Cop 25 e la Cop 26 di Glasgow, l’appuntamento con “Economy of Francesco”, in programma ad Assisi a fine marzo. Un tentativo di dare voce ai giovani
Greta Thunberg è stata nominata “Persona dell’anno” 2019 dal Times: da studentessa che andava a scioperare ogni venerdì davanti al Parlamento per richiamare l’attenzione sulle questioni climatiche, in pochi mesi è diventata leader di un movimento mondiale di milioni di giovani. Si batte con passione e rimprovera i politici e i grandi della terra di non fare abbastanza per contrastare i cambiamenti climatici. Quanto questa nomina sia pertinente ce lo dice a gran voce il fallimento della Cop 25, la conferenza delle Nazioni Unite sul clima, tenutasi a Madrid nel dicembre scorso. I politici e i loro rappresentanti non sono riusciti a mettersi d’accordo sulle riduzioni delle emissioni e sui fondi che possano permettere ai Paesi più poveri di fronteggiare i danni della crisi climatica e l’avvio di una transizione ecologica. Non c’è nulla di vincolante nell’accordo firmato a Madrid. Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres si è detto molto deluso dai risultati dell’incontro. Queste le sue parole: «La comunità internazionale ha perso un’importante opportunità per dimostrare una maggiore ambizione in materia di mitigazione, adattamento e finanziamento per affrontare la crisi climatica. Ma non dobbiamo arrenderci, e non mi arrenderò».
E chi dimostra di non arrendersi sono proprio i giovani, davanti ai quali gli adulti, soprattutto i grandi della terra, stanno facendo una gran brutta figura. Sono convinta che se dessimo maggiori responsabilità, anche decisionali, ai giovani, non solo arriverebbero ad accordi e decisioni ma troverebbero anche le risorse. L’evento “Economy of Francesco”, che si terrà ad Assisi a fine marzo 2020 e che radunerà migliaia di giovani economisti e imprenditori da tutto il mondo attorno a Papa Francesco, vuole proprio essere un tentativo di dare voce ai giovani e fare in modo che questa voce sia ascoltata. L’evento si terrà tra la Cop 25 e la Cop 26 di Glasgow e dovrebbe concludersi con alcune proposte concrete sui vari temi più attuali di economia e di finanza, e un patto da firmare tutti insieme per un rinnovamento. Chissà, forse lo stesso patto potrebbe aprire i lavori della Cop 26.
Intanto un piccolo segnale positivo si intravede anche dalla Cop 25, attraverso uno dei pochissimi segni concreti emersi dalla conferenza: durante i lavori è stato approvato il “Gender Action Plan”, con azioni e fondi per un maggiore coinvolgimento delle donne anche nelle azioni di contrasto ai cambiamenti climatici. Questo vuol dire che alla Cop 26 parteciperà un numero molto maggiore di donne. L’area prioritaria del piano di azione che riguarda il bilanciamento di genere si focalizza su: raggiungere e sostenere la piena, paritaria e significativa partecipazione delle donne ai processi e alle conferenze delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. L’augurio è allora che un processo più partecipato e più aperto stimoli alla ricerca di soluzioni innovative e a decisioni più coraggiose, che non ci facciano arrossire davanti ai ragazzi che ci guardano sconsolati.
13 gennaio 2020