Alzheimer, in Italia per la prima volta il Rapporto mondiale

“Demenza e riduzione del rischio: analisi dei fattori di protezione modificabili”: questo il titolo dello studio, diffuso in vista della Giornata nazionale del 21 settembre. Gabriella Salvini Porro, presidente della Federazione Italia: «Creare rete di servizi per malati e famiglie»

In vista della XXI Giornata mondiale Alzheimer, domenica prossima 21 settembre, la Federazione Alzheimer Italia presenta oggi, mercoledì 17, per la prima volta in Italia il nuovo Rapporto mondiale Alzheimer 2014, intitolato “Demenza e riduzione del rischio: analisi dei fattori di protezione modificabili”. Si tratta di «un’importante analisi critica dei potenziali fattori di rischio di demenza – osserva la presidente della Federazione, Gabriella Salvini Porro – relativamente a quattro ambiti principali: evolutivo, psicologico e psicosociale, legato allo stile di vita e cardiovascolare». Non solo: il Rapporto chiede anche «che la demenza sia inserita nei Piani nazionali di salute pubblica al pari di altre importanti malattie non trasmissibili. In Italia – ricorda Salvini Porro – abbiamo presentato il Piano demenze il 27 giugno al ministro della Salute Lorenzin e il 14 novembre si terrà presso il ministero la conferenza internazionale sulla demenza». L’auspicio è che entri in vigore al più presto «e rappresenti il primo passo per la creazione di una rete di servizi indispensabile», a sostegno dei malati e delle loro famiglie.

Ampio spazio è dedicato nel Rapporto all’individuazione dei fattori di rischio. Controllo di diabete e ipertensione, astensione dal fumo, contenimento del rischio cardiovascolare ad esempio, si legge nel testo, riducono sensibilmente le probabilità di comparsa della demenza, che aumentano invece fino al 50% in caso di diabete. Di qui la necessità di includere le persone anziane nei programmi di prevenzione delle malattie non trasmissibili. Secondo una recente indagine svolta a livello mondiale su un campione di 8.513 soggetti provenienti da Regno Unito, Australia, Cile, Cina, Polonia e Spagna, la maggioranza delle persone non ha ben chiaro quali siano le cause e le azioni da intraprendere per tentare di ridurre il proprio rischio di demenza. Poco più di un sesto (17%) degli intervistati sa che i rapporti sociali con amici e parenti possono influire sul rischio. Solo un quarto (25%) ha riconosciuto il sovrappeso come possibile fattore di rischio e solo uno su cinque (23%) ha affermato che l’attività fisica può influire sul rischio di demenza e di perdita di memoria. A fronte di questi dati, è emerso anche che più di due terzi (68%) degli intervistati nel mondo temono di contrarre la demenza in età avanzata.

Il Rapporto completo sarà disponibile su www.alz.co.uk e www.alzheimer.it. I risultati dell’indagine sono disponibili su www.bupa.com/dementia.

17 settembre 2014