Altri 137 civili uccisi in Niger

Tra loro anche 22 bambini tra i 5 e i 17 anni. Unicef: «Grave violazione dei diritti umani. Gli attacchi contro bambini e famiglie devono finire una volta per tutte»

Ci sono anche 22 bambini tra i 5 e i 17 anni tra le 137 vittime civili degli ultimi giorni in Niger. Diversi anche i feriti e le persone separate dalla famiglia. Ne aveva parlato anche Papa Francesco ieri, 24 marzo, al termine dell’udienza generale, invitando a pregare «per le vittime, le loro famiglie e l’intera popolazione, affinché la violenza subita non faccia smarrire la fiducia nel cammino della democrazia, della giustizia e della pace».

I civili uccisi, riferiscono dall’Unicef, stavano andando a raccogliere acqua quando sono avvenuti gli attacchi. È il secondo attacco contro civili con morti nell’arco di una settimana. Il 15 marzo infatti gruppi armati non identificati hanno attaccato e ucciso almeno 58 civili – compresi 6 bambini – di ritorno dal mercato settimanale nel dipartimento di Banibangou, nella regione di Tillaberi, vicino al confine col Mali. «Profondo cordoglio per le vittime, per le famiglie e per le comunità colpite da questi attacchi brutali» da parte del Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia. «Uccidere e ferire bambini è una grave violazione dei diritti umani», afferma l’Unicef, chiedendo «a tutte le parti di proteggere i bambini e tenerli al sicuro da pericoli. È difficile credere che i bambini nella regione debbano vivere con una costante paura di attacchi come questi». Attacchi che, insieme ai continui conflitti e alle restrizioni all’accesso portate dall’insicurezza, stanno ostacolando gli aiuti umanitari alle persone, tra cui 2 milioni di bambini. Proprio per questo dall’Unicef ribadiscono: «Devono finire. Una volta per tutte».

25 marzo 2021