Almeno 45 i morti nella strage di Rafah

Raid israeliano per eliminare due leader di Hamas. Oltre 180 i feriti tra gli sfollati palestinesi, compresi donne e bambini. Il premier Netanyahu: «Tragico incidente». Indagine aperta dalla procura militare. La condanna della comunità internazionale

Una scheggia, che avrebbe dato fuoco a un serbatoio di benzina a 100 metri di distanza da una tenda di sfollati. Secondo Israele potrebbe essere stata questa la causa dell’incendio scoppiato a Rafah dopo il raid israeliano di ieri, 27 maggio, per eliminare due leader di Hamas. Il bilancio: almeno 45 morti e oltre 180 feriti, tra gli sfollati palestinesi della zona. Compresi donne e bambini. Questa, informa la tv americana Abc, citata da Haaretz, la versione fornita all’amministrazione Biden, che starebbe valutando le cause, in attesa del risultato delle indagini israeliane.

L’attacco – a pochi giorni dalla decisione della Corte dell’Aja, che solo venerdì scorso, 24 maggio, aveva ordinato allo Stato ebraico di fermare l’operazione militare a Rafah – ha scatenato la condanna della comunità interazione, che a intima la fine immediata dell’operazione militare israeliana. Chiesta anche una riunione urgente del Consiglio di sicurezza Onu, che dovrebbe tenersi oggi, 28 maggio, alle 15.30 locali, quando in Italia saranno le 21.30. Su X la condanna del segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres per l’attacco che «ha ucciso decine di civili innocenti i quali cercavano solo rifugio da questo conflitto mortale. Non esiste un posto sicuro a Gaza – aggiunge -. Questo orrore deve finire». La richiesta delle Nazioni Unite: un’inchiesta «completa e trasparente»

La procura militare di Tel Aviv ha ordinato di aprire un’indagine, ribadendo che l’intelligence non aveva rilevato rischi per i civili. Yifat Tomer-Yerushalmi, procuratrice capo dell’esercito, ha informato che il suo ufficio sta investigando 70 casi di presunte violazioni delle leggi di guerra durante questi 234 giorni di conflitto contro Hamas a Gaza, concentrandosi anche sui possibili abusi nei campi di detenzione a Sde Teiman dove sono tenuti i palestinesi arrestati a Gaza e quelli catturati il 7 ottobre.

L’esercito israeliano ribadisce: si è trattato di un attacco mirato contro un compound di Hamas, nell’area di Tel Sultan, nella parte occidentale di Rafah, diretto contro due alti comandanti militari della fazione islamica, Yassin Rabia e Khaled Nagar, responsabili delle operazioni in Cisgiordania e di numerosi attacchi contro Israele. Secondo la ricostruzione dell’esercito, erano stati intrapresi «passi per minimizzare il rischio di colpire civili, inclusa la sorveglianza aerea e l’uso di armi speciali da parte dell’aviazione». Ma non è bastato. Hamas, da parte sua, denuncia l’ennesimo «massacro sionista», annunciando di aver informato i mediatori di Qatar, Egitto e Usa che non tornerà al tavolo negoziale per discutere una nuova tregua e il rilascio dei circa 120 ostaggi israeliani.

Il rappresentante della politica estera Ue Josep Borrell si dichiara «inorridito dagli attacchi israeliani che hanno ucciso decine di sfollati, tra cui bambini piccoli. Condanno questo fatto con la massima fermezza – prosegue -. Non esiste un luogo sicuro a Gaza». Anche il presidente francese Emmanuel Macron chiede l’immediato cessate il fuoco sottolineando che «queste operazioni devono terminare. Non ci sono zone sicure a Rafah per i civili palestinesi». Dalla Turchia, il presidente Erdogan torna a paragonare Netanyahu a Hitler e Milosevic, assicurando: «Faremo di tutto affinché questi barbari vengano ritenuti responsabili davanti alla giustizia per i crimini commessi». E l’Unrwa, l’agenzia Onu per i profughi palestinesi, denuncia: «Le informazioni provenienti da Rafah su ulteriori attacchi contro le famiglie in cerca di rifugio sono terribili. Gaza è l’inferno sulla terra».

È di sette morti intanto il bilancio delle vittime di un raid israeliano contro alcune tende per sfollati nel nord-ovest di Rafah, riferisce Al Jazeera. Colpita una struttura nella zona di al-Hashashin, «brulicante di tende e sfollati», è una testimonianza raccolta dall’emittente del Qatar. Un missile è caduto su un condominio costruito utilizzando blocchi di cemento e tubi metallici. «Abbiamo visto gente per strada, sfollati e cittadini. Non c’erano combattenti o altro. Era considerata una zona sicura», riferisce il testimone.

28 maggio 2024

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