Alluvioni in Emilia Romagna, Zuppi: «I fondi stanziati arrivino subito»

L’emergenza maltempo, la guerra in Ucraina, gli abusi e l’8xmille tra i temi principali dal presidente della Cei nella conferenza stampa di chiusura dell’Assemblea generale

«Mi auguro che i fondi stanziati arrivino subito, al di là della nomina tecnica di un Commissario». Così il cardinale presidente della Cei Matteo Zuppi ha risposto alle domande dei giornalisti sulla tragedia che ha colpito l’Emilia Romagna: una tragedia che «come dimensione e come numero di sfollati non ha precedenti». Durante la conferenza stampa di chiusura dell’Assemblea dei vescovi italiani, ieri, 25 maggio, ha auspicato: «È fondamentale che si lavori insieme e nella maniera migliore, in una logica di buon senso. Di fronte a problemi di queste dimensioni, bisogna mettere da parte qualunque lettura ideologizzata o piccinerie».

Illustrando i lavori dell’assise episcopale appena conclusa, che è stata caratterizzata per la prima volta dalla doppia presenza di Papa Francesco, all’apertura e alla chiusura, il presidente della Cei è tornato, come aveva già fatto nell’introduzione ai lavori, sul tema della guerra in Ucraina, rivelando che il coinvolgimento del Santo Padre, e la conseguente speranza di pace, è arrivato «fino alle lacrime». E a proposito della missione di pace che Francesco gli ha affidato, ha sottolineato – sulla scorta del relativo comunicato del direttore della Sala Stampa della Santa Sede  Matteo Bruni – che si tratta di una missione «in accordo con la Segreteria di Stato, come tante altre esperienze formali e informali del passato». L’obiettivo, ha confermato il cardinale, è quello di «contribuire ad alleviare le tensioni del conflitto in Ucraina, nella speranza – mai dimessa dal Santo Padre – che questo possa avviare percorsi di pace». Una speranza, ha rivelato Zuppi, che è arrivata «fino alle lacrime».

Numerose le domande dei giornalisti sul caso di abusi emerso a Tivoli. L’atteggiamento della diocesi, a partire dalle dichiarazioni del vescovo e poi del responsabile del Servizio tutela minori, ha sottolineato il cardinale, «è stato quello della grande e immediata attenzione all’assunzione di responsabilità, nella condanna e nell’affronto del problema – ha detto Zuppi -. La Chiesa di Tivoli e tutta la Chiesa italiana ha rispetto per la giustizia, ma non possiamo accettare l’accusa di atteggiamento omertoso», ha precisato il presidente della Cei. «È un tema che ci preoccupa e ci addolora», ha confermato il segretario generale Cei Giuseppe Baturi, rendendo noto che nelle diocesi, ma anche nelle associazioni, a cominciare dall’Azione cattolica, si stanno mettendo in atto da tempo specifiche «prassi, protocolli e linee guida» sugli abusi, in accordo con quelle elaborate a livello nazionale: «La maggior parte sono state consegnate anche al dicastero per i Laici». Naturalmente «la vigilanza non è mai sufficiente, e anche un solo caso di abuso è motivo per un’azione più serrata», ha aggiunto l’arcivescovo. Quanto all’obbligo di denuncia, Baturi ha fatto notare che in Italia «non esiste un obbligo giuridico, ma i vescovi già nel 2019 hanno parlato di obbligo morale, a cui ci atteniamo, e di collaborazione con le autorità statali». Tutto ciò, ha spiegato, «con alcuni vincoli: la verifica che l’accusa sia fondata, dopo l’indagine previa; che la denuncia non incontri l’opposizione del minore; che non sia in gioco la salute del minore per un rischio imminente». Dopo il primo Report nazionale sugli abusi, ha ricordato inoltre il segretario generale della Cei, durante l’Assemblea straordinaria in programma ad Assisi dal 13 al 16 novembre verrà diffuso il secondo Report, stilato anche grazie alla collaborazione di enti di ricerca qualificati, come l’Istituto Innocenti di Firenze e il Centro interdisciplinare di ricerca sulla vittimologia e la sicurezza dell’Università di Bologna.

Nel corso della conferenza stampa, insieme al comunicato finale, sono stati diffusi anche i dati sull’8xmille a favore della Chiesa cattolica, che, ha reso noto Baturi, «ha registrato un calo di 100 milioni di euro», che però non intaccheranno le attività caritative della Chiesa italiana, la quale «compenserà con altri fondi». I dati di quest’anno, ha precisato l’arcivescovo, «sono riferiti al 2020, l’anno dell’esplosione della pandemia e del blocco delle attività industriali, con ovvie ricadute sul gettito totale dell’Irpef. Se il gettito totale diminuisce, diminuisce anche l’8xmille, e quindi la quota destinata alla Chiesa cattolica. Siamo comunque i principali destinatari dell’8xmille, visto che la firma a favore della Chiesa cattolica riguarda il 71% degli italiani», ha puntualizzato il segretario generale Cei. «I milioni di euro in meno che riceviamo non vanno però a incidere sulla destinazione della carità, perché la Cei ha deciso di compensare questi mancati introiti con altre risorse. La Cei destinerà per la carità altri fondi, perché i più poveri non ne abbiano a soffrire. L’8xmille fa tanto bene: faremo di tutto per non farne di meno». Il calo dell’8xmille, secondo Baturi, «è un ulteriore riflesso della mancanza dello spirito di partecipazione che si registra anche in altri ambiti della vita democratica. Questo deficit di partecipazione attiva ci preoccupa».

A margine della conferenza stampa, i giornalisti hanno interpellato il presidente della Cei sulla maternità surrogata, e in particolare sul recente “no” a tale pratica sancito dalla Corte Costituzionale. «Resta un’indicazione importantissima – ha commentato Zuppi -. Ci vuole un po’ di buon senso. La vita non si compra mai». (M. Michela Nicolais)

26 maggio 2023