All’Oratorio del Gonfalone l’alfabeto barocco

Primo appuntamento il 29 gennaio con Simone Vallerotonda e l’ensemble I Bassifondi. Chiuderanno la Stagione, Pino De Vittorio e i solisti de I Turchini di Antonio Florio

Primo appuntamento il 29 gennaio con Simone Vallerotonda e l’ensemble I Bassifondi. Chiuderanno la Stagione, Pino De Vittorio e i solisti de I Turchini di Antonio Florio

Nel 1606, Girolamo Montesardo pubblicò la “Nuova inventione d’intavolatura, per sonare li balletti sopra la chitarra spagniuola”. Un’opera rivoluzionaria nel modo di fare musica. Per la prima volta veniva proposto un sistema assai pratico di notazione per chitarra: l’alfabeto. «Esso consisteva nella corrispondenza di ogni accordo, sia esso maggiore o minore, ad una lettera. Questo semplicissimo modo di scrittura offriva la
possibilità a chiunque possedesse una chitarra, amatore o professionista, di poter finalmente suonare una danza o accompagnare una voce, eseguendo le “lettere” poste sopra un semplice rigo, avente sopra indicato il ritmo». Simone Vallerotonda, spiega la peculiarità del concerto “Alfabeto falso” che terrà a Roma il prossimo 29 gennaio all’Oratorio del Gonfalone (via del Gonfalone, 32a). Insieme all’ensemble I Bassifondi, Vallerotonda eseguirà le opere italiane più rappresentative della prima metà del XVII secolo. «Accanto all’alfabeto ordinario, i chitarristi solevano utilizzare una sorta di alter ego complementare: l’alfabeto falso. Esso raccoglieva gli stessi accordi dell’alfabeto ordinario, “sporcati” da acciaccature e note estranee all’accordo». Il cosiddetto “colore armonico” venne dunque messo in pratica allora, per la prima volta, facendosi tratto distintivo dei chitarristi italiani del tempo.

L’appuntamento successivo della stagione concertistica numero 64 dell’Oratorio del Gonfalone, curata dal direttore artistico Concezio Panone, vedrà il Romabarocca Ensemble eseguire madrigali, arie e villanelle dalla raccolta “La Sfera Armoniosa” di Paolo Quagliati. Protonotaro apostolico, segretario del papa e personaggio di spicco nella Roma politica e musicale pre-barberiniana, Quagliati compose alcuni brani – che verranno proposti nella serata del 5 febbraio –  per le nozze di Niccolò Ludovisi (nipote di papa Gregorio XV) e Isabella Gesualdo (nipote e ultima erede di Carlo Gesualdo, principe di Venosa). Il Giovedì Grasso saranno invece rappresentati in prima esecuzione moderna tre intermezzi buffi dal titolo “Brunetta e Burlotto”, musicati da Domenico Natale Sarro. Protagonisti della scena, il 19 febbraio, saranno il famoso musicista paraguayano Lincoln Almada e la sua arpa gesuita, così detta poiché furono i gesuiti agli inizi del 1600 a introdurre questo strumento musicale in America Latina, volendo utilizzare la musica come mezzo di evangelizzazione. Grazie ai padri Antón Sepp, Domenico Zipoli, Martin Schmid e Luis Berger si giunse a «un livello di abilità tale – scrive lo stesso Papa Benedetto XIV nella Enciclica “Annus Qui” del 1749 –  che oggi non esiste alcuna differenza tra le messe e i vespri dei nostri paesi e quelli che lì vengono eseguiti».

Tra i molti appuntamenti, da segnalare per il 12 marzo una rara esecuzione del Settimino op. 20 di Beethoven, preceduta dalla presentazione del musicologo Diego Procoli. Nella Settimana Santa, il Coro Musicanova diretto da Fabrizio Barchi proporrà invece una sorta di Via Crucis musicale in cui gli affreschi del Gonfalone che ritraggono le Storie della Passione di Cristo saranno illuminati nella loro sequenza e commentati, uno per volta, da mottetti di varie epoche ispirati ai temi delle raffigurazioni. A un secolo esatto dalla morte di Alexander Scrjabin, nel recital pianistico del 23 aprile Marcos Madrigal traccerà differenze e analogie tra la musica del compositore russo e quella di Claude Debussy. Chiuderanno la Stagione, Pino De Vittorio e i solisti de “I Turchini di Antonio Florio” con un viaggio che condurrà la platea attraverso le arie e le cantate d’amore della Napoli barocca.

 

26 gennaio 2015