88, a oggi, i pazienti ricoverati all’Istituto Spallanzani. Tra questi, «i Covid-19 positivi sono in totale 73, inclusi i 13 pazienti che necessitano di supporto respiratorio». Sono le notizie che arrivano dal bollettino medico di oggi, 11 marzo, nel quale si legge anche che «in particolare per alcuni di loro il quadro clinico è stabile o in miglioramento» 15 i pazienti in osservazione. Previste in giornata «ulteriori dimissioni di pazienti già negativi al primo test e comunque asintomatici».

La direzione sanitaria dell’Istituto rende noto che complessivamente «i pazienti dimessi, che hanno superato la fase clinica e che sono negativi per la ricerca dell’acido nucleico del nuovo coronavirus sono 295»; invece, «i pazienti dimessi e trasferiti a domicilio o presso la struttura militare della Cecchignola sono 17 a questa mattina». Una soluzione, quest’ultima, frutto della «collaborazione tra il nostro Istituto, la rete regionale delle malattie infettive, l’Ares 118, la sanità militare e il coordinamento regionale delle Unità di Terapie intensive volta a identificare la corretta allocazione dei pazienti in isolamento a domicilio, in regime di ricovero ordinario o in terapia intensiva a seconda della gravità clinica».

Dallo Spallanzani arriva anche un’altra notizia: la partnership con la Fondazione Roma, «che permetterà, grazie al contributo di 500mila euro erogato dalla Fondazione Roma, di realizzare presso il complesso ospedaliero di via Portuense una nuova struttura dedicata allo studio delle caratteristiche biologiche, della risposta immunitaria e del trattamento del virus Sars-Cov2». Grazie a questo contributo, spiega il direttore scientifico dell’Istituto nazionale per le malattie infettive (Inmi) Giuseppe Ippolito – potremo utilizzare innovativi modelli di colture tridimensionali, che ci permetteranno di bypassare la sperimentazione animale e di accelerare in questo modo lo studio della risposta del sistema immunitario umano al virus Sars-Cov2, e dell’interazione dei farmaci candidati al trattamento della malattia Covid- 19».

Per il direttore generale dell’Inmi Marta Branca, si tratta di una collaborazione che «ci permette di rafforzare la nostra vocazione di struttura dove i risultati della ricerca hanno una ricaduta immediata sul miglioramento delle terapie: un percorso che dai laboratori dei nostri ricercatori conduce a risultati concreti utilizzabili dai nostri medici a beneficio dei pazienti – spiega -, in un corto circuito virtuoso che è l’essenza stessa del nostro ruolo di Irccs, Istituto di ricerca e cura a carattere scientifico». Per la Fondazione Roma invece è il presidente Franco Parasassi a sottolineare la «sollecitudine e vicinanza da sempre manifestate verso le strutture sanitarie e di ricerca pubbliche e private non profit del territorio, che ha permesso negli anni di sostenere le crescenti esigenze di dette strutture nella ricerca scientifica biomedica, nella diagnostica, nella terapia d’avanguardia, nella tecnologia al letto del paziente, nelle dotazioni per sale operatorie con stanziamenti per circa complessivi 70.000.000 euro, cui si aggiungono ora i 500mila deliberati a favore dell’ospedale Spallanzani».

11 marzo 2020