Alle Scuderie del Quirinale Pompei e Santorini

In mostra fino al 6 gennaio 2020 un confronto inedito tra le due città, tra ricostruzioni di ambienti, affreschi, calchi, gioielli, oggetti vari e incunaboli

Un mantello di ceneri e lapilli ha custodito due città accomunate dallo stesso tragico destino: eruzioni vulcaniche, a distanza di 1.700 anni l’una dall’altra, hanno investito Akrotiri, nel mar Egeo, e Pompei, segnandone la fine e, al contempo, consegnandole alla storia. Un mondo perduto, cristallizzato in un istante eterno. Stupore e sgomento, aspetti temibili e grandiosità della natura sono le emozioni che travolgono l’osservatore di oggi come quello del passato. Emozioni sintetizzate in apertura della mostra nel calco del cavallo ritrovato a Pompei lo scorso dicembre, nella sua bocca spalancata e nelle zampe tese nell’ultimo scalpitio di vita e, nelle sale conclusive, nelle riproduzioni artistiche, che vanno dalla seconda metà del ‘700 all’età contemporanea (da Damien Hirst a Burri e Warhol). Opere in dialogo coi calchi dei corpi di uomini, bambini, animali, come il cane incatenato (realizzati con colature di gesso liquido entro stampi naturali formatisi nella cenere). Accostato al calco di un uomo con bambino il “Bambino malato” di Medardo Rosso, coi tratti del volto appena accennati, come nei calchi.

La mostra vuole essere un lungo viaggio in cui l’antica Akrotiri, distrutta nel secondo millennio a.C., dialoga con Pompei, sepolta nel 79 d. C, la cui eruzione è documentata nelle lettere di Plinio il Giovane. A differenza di Pompei, nell’antica Akrotiri, “kallisté” (bellissima, secondo Erodoto) non sono stati ritrovati i resti di alcuna vittima. Si suppone che gli abitanti siano riusciti a fuggire o sull’isola di Creta o in Egitto, ispirando (fatta eccezione per l’ultima, che sarebbe solo simbolica) le piaghe del racconto biblico dell’Esodo, spiegabili con i cambiamenti climatici causati dalle ceneri del vulcano. Interpretazione di cui dà notizia Tocci nella pubblicazione compresa nel biglietto. Fuga che sarebbe attestata dalla presenza di letti accatastati al di fuori delle abitazioni, in più punti della città, che alluderebbe al rientro degli abitanti in fase ricostruttiva. Inoltre l’assenza di monili confermerebbe una possibile fuga con gli oggetti più preziosi, che invece compaiono negli affreschi rinvenuti. Affreschi pregevoli (per la prima volta esposti fuori dalla Grecia) per raffinatezza e fonte di informazioni sugli abitanti. L’affresco delle “tre adoranti” e “il pescatore” ne sono esempio mirabile. Era una civiltà (minoica) in cui regnava il benessere, una certa ritualità e operosità, che si evince anche dalle suppellettili.

Parallelamente, la storia che riemerge dalle ceneri di Pompei racconta di una civiltà in cui le pendici del Vesuvio erano occupate da vigne e ville riccamente affrescate (si ammirano quelli di “Dioniso e Arianna”, “Le nozze di Alessandro Magno e Rossane”, ”Venere su quadriga di elefanti”). In esse si coltivava il piacere del banchetto, in cui si utilizzava vasellame talvolta in argento, con giardini che sostituirono l’hortus romanus. Nei giardini, oltre a fare delle passeggiate, si ricevevano gli ospiti e costituivano un’attestazione dello status del proprietario per la cura in cui erano tenuti e abbelliti. In mostra la ricostruzione della “casa del bracciale d’oro” (dal rinvenimento di un bracciale di oltre 600 grammi d’oro) con il suo ninfeo, adorno di statue, che catturava i sensi coi giochi d’acqua e bagliori delle tessere del mosaico.

L’incipit di una poesia di Rimbaud,  “Elle est retrovèe/Quoi? L’eternité”, chiude idealmente la mostra, che è frutto della collaborazione tra il parco archeologico di Pompei e l’euforia  delle Cicladi.

“POMPEI E SANTORINI. L’eternità in un giorno” c/o Scuderie del Quirinale. Fino al 6 genniao 2020. Curatori: M. Osanna,  D. Athanasoulis, con L. Gallo e L. Toniolo. Orari: da domenica a giovedì dalle 10 alle 20; venerdì e sabato dalle 10 alle 22.30. Biglietti (audioguida inclusa): intero € 15; ridotto € 13. Per le promozioni speciali (pausa pranzo, speciale Amiche, etc.) e le visite guidate: info@scuderiequirinale.it.

8 novembre 2019