Allarme Unicef: raddoppiati i minori soli in Italia

Oltre 7mila minorenni non accompagnati sono arrivati nel nostro Paese dal Nord Africa nei primi 5 mesi dell’anno. «Situazione silenziosa e disperata»

Oltre 7mila minorenni non accompagnati sono arrivati nel nostro Paese dal Nord Africa nei primi 5 mesi dell’anno. «Situazione silenziosa e disperata»

“Pericolo a ogni passo del viaggio”. Questo il titolo del rapporto Unicef pubblicato oggi, martedì 14 giugno, dedicato ai bambini rifugiati e migranti. Oltre 7mila quelli arrivati in Italia da soli nei primi mesi del 2016, per lo più provenienti dal Nord Africa: il doppio, rispetto allo scorso anno. Nel rapporto, la fotografia dei rischi enormi a cui vanno incontro nella loro fuga da guerre, disperazione e povertà, tra crescenti minaccce di abuso, sfruttamento e morte.

In tutto tra il 1° gennaio e il 5 giugno 2016 sono stati registrati nel Mediterraneo 2.809 decessi, si legge nel rapporto, a fronte dei 3.770 dell’intero 2015. La stragrande maggioranza è avvenuta sulla rotta del Mediterraneo centrale. Molti erano bambini. I minorenni non accompagnati poi, denunciano dall’Unicef, sono in genere vittime di trafficanti di esseri umani, spesso attraverso il sistema del “pay as you go”, vale a dire “pagare per partire”.

Nelle pagine del rapporto c’è anche il racconto di Aimano, 16 anni, che riferisce della fattoria in Libia dove lui e il suo gemello hanno lavorato per due mesi per pagare i trafficanti. «Se tenti di correre, loro ti sparano e muori. Se smetti di lavorare, ti picchiano. È proprio come la tratta degli schiavi». E continua: «Una volta stavo solo riposando per cinque minuti, e un uomo mi ha picchiato con un bastone. Finito di lavorare ci chiudevano a chiave». Molti gli episodi di abusi sessuali e sfruttamento. Operatori sociali italiani hanno raccontato all’Unicef che sia i ragazzi che le ragazze sono state aggredite sessualmente e costrette a prostituirsi mentre erano in Libia, e che alcune delle ragazze violentate aspettavano un bambino quando sono arrivate in Italia.

Eppure non ci sono dati attendibili su come muoiano molti rifugiati e migranti, su come scompaiono mentre sono costretti a lavorare o a prostituirsi, o mentre marciscono in prigione, proprio a causa della natura illecita del traffico di esseri umani. Per il coordinatore speciale Unicef per la crisi dei rifugiati e migranti in Europa Marie Pierre Poirier, «è una situazione silenziosa e disperata, che non si può spiegare. Eppure, decine di migliaia di bambini affrontano il pericolo ogni giorno e centinaia di migliaia sono pronti a rischiare tutto». L’urgenza è «proteggere questi bambini da ogni tipo di abuso e di sfruttamento da parte di coloro che approfittano della situazione per sfruttare i loro sogni».

Un ulteriore pericolo arriva con l’arrivo dell’estate nel Mediterraneo: gli ultimi numeri di bambini sulla rotta del Mediterraneo centrale, secondo l’Unicef, potrebbero rappresentare solo la punta dell’iceberg. Altri 235mila migranti sono attualmente in Libia; decine di migliaia di loro sono minorenni non accompagnati. «Ogni Paese – quelli che i bambini lasciano, quelli che attraversano e quelli in cui chiedono asilo – ha l’obbligo di istituire sistemi di protezione che possano far fronte ai rischi che i minorenni non accompagnati devono affrontare» ha evidenziato ancora Poirier, invitando l’Unione Europea e gli altri Paesi di destinazione a realizzare riforme politiche e legislative «per aprire maggiori opportunità per canali sicuri, legali e regolari per questi bambini».
14 giugno 2016