«Esprimo il mio dolore per l’attentato terroristico che due giorni fa ha colpito la Chiesa copta-ortodossa in Egitto. Prego per le vittime, pellegrini uccisi per il solo fatto di essere cristiani, e chiedo a Maria Santissima di consolare le famiglie e l’intera comunità». Al termine della preghiera dell’Angelus, ieri, 4 novembre, Papa Francesco ha ricordato le vittime dell’attentato avvenuto il 2 novembre contro un bus che riportava dei pellegrini cristiani copto-ortodossi di ritorno da un pellegrinaggio al monastero copto di San Samuele il Confessore, sulla strada fra Sohag e Minya, nel governatorato di Minya, in Egitto centrale. Attacco rivendicato dall’Isis.

Secondo quanto riferito dal portavoce della Chiesa copto-cattolica egiziana Hani Kiroulos, tutto è avvenuto intorno alle 15: i terroristi avrebbero bloccato il mezzo e iniziato a sparare. Si teme che i morti siano più di 10; 15 i feriti. Il nunzio apostolico in Egitto Bruno Musarò, raggiunto dall’Agenzia Sir, parla di «un episodio di violenza che viene a turbare un periodo in cui sembrava si fossero ritrovate serenità e sicurezza. Siamo ricaduti in questa spirale di violenza e di odio che condanniamo con fermezza». Musarò ribadisce la vicinanza alle famiglie delle vittime e ai feriti. «Al tempo stesso – aggiunge-, come ci esorta Papa Francesco, bisogna alimentare la speranza».

Nelle sue modalità, l’attentato ne ricalca uno analogo, risalente al maggio 2017, quando fu preso di mira proprio un bus di cristiani copti diretti in pellegrinaggio verso lo stesso monastero. Uomini armati fermarono il bus e, una volta saliti a bordo, iniziarono a sparare contro i passeggeri mentre filmavano la scena. I morti furono oltre 30. Sull’attacco è intervenuto, via Twitter, anche l’ambasciatore dell’Unione europea al Cairo Ivan Surkos, che lo ha definito «orrendo e codardo». E ha aggiunto: «Siamo fortemente solidali con l’Egitto in questi tempi difficili e lo appoggiamo pienamente nella lotta contro il terrorismo».

5 novembre 2018