Alla Specola vaticana una conferenza sui buchi neri

Si parlerà di onde gravitazionali e singolarità dello spazio-tempo. Parteciperanno scienziati di fama internazionale come il premio Nobel Hooft

Si parlerà di onde gravitazionali e singolarità dello spazio-tempo. Parteciperanno scienziati di fama internazionale come il premio Nobel Hooft 

«Dalla soluzione cosmologica che aveva trovato nel 1927, Lemaître capì che andando indietro nel tempo l’universo originariamente si era trovato in uno stato di densità energetica elevata e che, lui ipotizzò, doveva essere come quello di un atomo originario da cui tutto aveva avuto inizio». Presentando la conferenza su “Buchi neri, onde gravitazionali e singolarità dello spazio-tempo”, che si svolgerà alla Specola Vaticana dal 9 al 12 maggio, padre Gabriele Gionti, cosmologo della Specola Vaticana, ha sintetizzato così il pensiero di Lemaître, che fu il primo a spiegare nel 1927 il moto di recessione delle galassie come un effetto dell’espansione dell’universo, e non come un moto peculiare degli oggetti osservati.

Ottenne questo risultato risolvendo
le complesse equazioni dell’allora giovanissima teoria della relatività generale di Einstein, che prevede la possibilità che la geometria stessa della distribuzione delle masse nell’universo si comporti come vera e propria sorgente di energia, capace di curvare la geometria dello spazio-tempo. Tuttavia è la sua teoria dell’Atomo Originario, poi passata alla storia come Big-Bang, la ragione per cui è diventato famoso. “Cosa accadrebbe se si cadesse in un buco nero?”. Sarà questa, ha spiegato Alfio Bonanno, cosmologo dell’Inaf, una delle domande al centro del convegno, a cui parteciperanno scienziati di fama internazionale, come il premio Nobel della fisica nel 1999 Gerard ’t Hooft, Roger Penrose, i cosmologi George Ellis, Andrei Linde e Joe Silk.

«All’interno di un buco nero –
ha spiegato l’esperto a proposito di uno dei suo misteri – lo spazio diventa tempo e il tempo diventa spazio. Resta ancora da capire se i buchi neri siano oggetti matematici o abbiano una dignità scientifica». Altro mistero ancora da decifrare, ha fatto notare Fabio Scandigli, del Politecnico di Milano, la presenza dell’energia oscura, che costituisce oltre il 90% della massa totale dell’universo.

8 maggio 2017