Alla scoperta del mondo di Conrad

Numerosi i libri dedicati all’indimenticabile narratore inglese di origine polacca, ai quali si aggiunge l’opera di Giuseppe Mendicino. Minuziosa la rievocazione dei luoghi e delle cose

Il mondo evocato da Joseph Conrad, il grande autore di Lord Jim e La linea d’ombra, capolavori del Novecento, ha sempre suscitato un interesse persino superiore alla sua opera, sebbene sia difficile trovare uno scrittore più letterario di lui. Basterebbe citare Apocalypse Now di Francis Ford Coppola e I duellanti di Ridley Scott, film liberamente ispirati a Cuore di tenebra e all’omonimo racconto d’impronta napoleonica, per rendersene conto. E forse Ernest Hemingway, che dichiarò pubblicamente in un famoso articolo la propria passione per questo capostipite del romanzo moderno, confessando però di non riuscire a rileggerlo, lasciò intendere il motivo di una frequente sostanziale rimozione: innegabile il talento, spesso ostico, se non farraginoso, lo stile.

Ecco perché i libri dedicati all’indimenticabile narratore inglese di origine polacca, nato a Berdyciv, odierna Ucraina, nel 1857, e scomparso a Bishopsbourne, Kent, nel 1924, sono così tanti e originali: fra i più recenti ricordiamo quelli di Alberto Asor Rosa, L’eroe virile (Einaudi, 2021), e Gavin Young, Sui mari di Lord Jim. Un viaggio nel cuore di Conrad (Edizione Settecolori, 2023), ai quali oggi si aggiunge Conrad. Una vita senza confini (Laterza, 2024) di Giuseppe Mendicino, già ben conosciuto quale studioso di Mario Rigoni Stern.

Libro di fascinazione conradiana, vorrei definirlo. Innanzitutto per l’impianto strutturale: bello l’affresco sulla romantica vicenda del giovane orfano, attirato dagli spazi vuoti (black spaces), che sulle carte geografiche un tempo contrassegnavano le zone ancora inesplorate, pronto a farsi marinaio partendo da Marsiglia come in un sogno (è un’espressione di Enzo Siciliano), anche per sottrarsi alla tutela affettuosa ma soffocante dello zio Tadeusz Bobrowski. Utili e puntuali, a livello manualistico, i medaglioni dedicati ad alcuni testi chiave. Splendide le fotografie accluse al volume. Intriganti, sebbene inevitabilmente incomplete, le risonanze anche italiane presenti in certi scrittori.

La rievocazione dei luoghi e delle cose risulta sempre minuziosa (fonte principale è la monografia di Zdzislaw Najder, non tradotta nella nostra lingua) con notizie curiose e intriganti: ad esempio, nel Museo della scienza e della tecnologia a Milano si conserva un frammento della prua del veliero Otago, che fu la nave del primo comando. E poi, lo sapevate che il valoroso capitano, pronto a guidare le sue ciurme attraverso gli oceani di mezzo mondo, non sapeva nuotare? È una testimonianza, davvero sorprendente, del figlio Borys. Lo stesso Mendicino, del resto, nelle righe finali, colloca il proprio lavoro sugli scaffali che meglio lo rappresentano: «Questa non è propriamente una biografia… e neppure una introduzione alle sue opere: si è scelto di approfondirne solo alcune. È un invito, motivato e sufficientemente documentato, spero, a leggere i libri di Joseph Conrad».

26 marzo 2024