Alla Liturgia penitenziale il Papa confessa 7 laici

Francesco ha deciso di dare priorità al confessionale: nessuna omelia. Prima ha ricevuto egli stesso l’assoluzione. Il 24 marzo le “24 ore per il Signore” 

 Nessuna omelia, contrariamente a quanto indicava il libretto della celebrazione, ma spazio per un esame di coscienza approfondito. Si è svolta così la liturgia penitenziale che Papa Francesco ha presieduto nel pomeriggio del venerdì della seconda settimana di Quaresima nella Basilica di San Pietro. Il Santo Padre, dopo la lettura del Vangelo, si è inginocchiato per confessarsi, come ha fatto ogni anno da quando è stato eletto al soglio pontificio.

Un rito durato circa cinque minuti che è un’icona del modo di vivere in concreto il sacramento della Riconciliazione. Poi si è seduto a sua volta in un confessionale per ascoltare e assolvere sette penitenti, tre uomini e quattro donne, tutti laici. In totale, le confessioni sono durate circa cinquanta minuti. La celebrazione ha anticipato lo speciale momento penitenziale, chiamato “24 ore per il Signore”, promosso dal Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione che quest’anno ha per tema “Misericordia io voglio”.

La “maratona” di confessioni e
preghiere verrà vissuta in contemporanea, in numerose diocesi del mondo, il prossimo 24 e 25 marzo, alla vigilia della IV domenica di Quaresima, la cosiddetta domenica “in Laetare”, quella della gioia che annuncia l’imminenza della Santa Pasqua. Al termine delle confessioni il Papa è tornato alla sede per pronunciare la preghiera conclusiva: «Fa’ che mediante una sincera penitenza risorgiamo dalle nostre cadute», sintesi dell’intera celebrazione conclusa con la benedizione.

Se Francesco in quella circostanza ha preferito non pronunciare l’omelia, nella stessa mattinata di venerdì aveva parlato a lungo ai partecipanti al Corso annuale sul Foro interno promosso dalla Penitenzieria Apostolica. Il Papa, apprezzando quello che ha definito “tribunale della misericordia” e prendendo spunto dal tema del corso, finalizzato alla “formazione di buoni confessori”, aveva indicato tre aspetti per contribuire a raggiungere lo scopo: essere «veri amici di Gesù Buon Pastore»; essere un uomo dello Spirito, del discernimento; infine, trasformare il confessionale in luogo di evangelizzazione e formazione.

«Confessare è priorità pastorale – ha concluso Francesco -. Per favore, che non ci siano quei cartelli: “Si confessa soltanto lunedì, mercoledì dalla tal ora alla tal ora”. Si confessa ogni volta che te lo chiedono. E se tu stai lì, nel confessionale, pregando, stai con il confessionale aperto, che è il cuore di Dio aperto».

20 marzo 2017