Alla Gnam l’arte in Italia prima della Grande Guerra

La rassegna con più di 160 opere riproduce criteri espositivi e allestimenti degli artisti italiani “secessionisti”, che erano soliti decorare gli spazi espositivi nel presentare opere allora considerate artigianali 

Nel programma ufficiale delle commemorazioni per il centenario della Grande Guerra rientra la mostra alla Gnam “Secessione e Avanguardia”. L’esposizione si concentra sul decennio che precede la grande guerra in Italia, quando artisti, giovani e meno giovani, animati da desiderio e necessità di rinnovamento, si unirono nel nome di una modernità, che non tarderà ad accogliere le prime forme d’avanguardia, per opporsi ad una cultura ufficiale, accademica, che osservava modalità espressive ed espositive rigidamente conservatrici e selettive.

La mostra, occasione per tornare a parlare con serenità e apprezzamento della galleria dopo il furto e il successivo ritrovamento di un capolavoro di Medardo Rosso, ripropone la libera creatività di coloro che animarono l’arte italiana del primo ’900, influenzati dai secessionisti operanti già a Monaco di Baviera, Berlino e Vienna. Le opere sono distribuite in sezioni che guidano il visitatore non solo ad orientarsi cronologicamente tra i numerosi capolavori esposti, ma soprattutto a coglierne le innovazioni e i contesti d’appartenenza che restituiscono unità all’articolato orizzonte storico e culturale del tempo: un decennio, un periodo storico breve, ma intenso per mutamenti sociali ed intellettuali (si pensi per esempio alla nascita della psicoanalisi).

La rassegna con più di 160 opere riproduce criteri espositivi e allestimenti di questi artisti italiani secessionisti, che erano soliti decorare gli spazi espositivi nel presentare opere allora considerate artigianali. Si apre con la Mostra dei Rifiutati realizzata nel 1905 da Severini e Boccioni nel Ridotto del Teatro Nazionale di Roma, primo evento rilevante di quel periodo. Dal Fregio di Edoardo Gioia, artista oggi sconosciuto, lungo circa 50 metri, che nel 50enario dell’unità d’Italia celebra con leggerezza sentimenti d’italianità e nazionalistici , si passa al ritratto in bianco e nero di Tolstoj di Balla- raffigurato con la camicia tradizionale dei contadini russi (lo scrittore credeva non nell’arte per l’arte, ma nella possibilità attraverso di essa di educare il popolo), e ai disegni preparatori del “Quarto Stato” di Giuseppe Pellizza da Volpedo, precursore del socialismo umanitario; per poi presentare “La preghiera” di Casorati, ispirata chiaramente alla secessione viennese, il “Ritratto della Marchesa Casati” di Boldini- il cui vestito bianco, che lascia scoperte spalla e schiena, è appena accennato con pennellate curve e lunghe che, oltre a suggerire l’idea del movimento, paiono voler confondere il soggetto con lo sfondo.

Spazio è dato anche alla secessione romana con artisti toscani come Nomellini, per concludersi con la dirompente energia dei futuristi come Boccioni – di cui in mostra il celebre “L’idolo moderno” e “Nudo di Spalle”-, Carrà con la sua “Piazza Duomo”, Severini e il primo Depero. Seguono infine le ombre della guerra con le poetiche del silenzio, del non-senso e dell’assenza di de Chirico.

La mostra offre anche esempi interessanti di artisti francesi e mitteleuropei che contribuirono a sprovincializzare l’arte italiana, come Bonnard, Klimt – il cui “Girasole” spicca sul mosaico al centro di un rigoglio di fiori con una vita autonoma, propria, quasi umana, a tal punto da sembrare un ennesimo ritratto di donna a testa china (diversamente da Van Gogh, che pure fu una sua fonte d’ispirazione, interessato agli influssi esterni che agiscono sui fiori modificandone l’aspetto) -, e Schiele, tormentato espressionista austriaco.

Secessione e Avanguardia. L’arte in Italia prima della Grande Guerra 1905-1915 c/o Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea, Viale delle Belle Arti 131. Ingresso per disabili: via Gramsci 71.Fino al 15 febbraio 2015. A cura di Stefania Frezzotti. Catalogo Electa. Orari: martedì – domenica dalle 10.30 alle 19.30. Venerdì fino alle 22.00 (la biglietteria chiude alle 18.45; il venerdì chiude alle 21.15). Chiusura il lunedì. Biglietto: ingresso museo-mostra intero 13 euro, ridotto 10,50. Prima domenica del mese accesso gratuito. Informazioni :tel. +39 06 32298221.

 

9 gennaio 2015