Alla Cattolica la preghiera in ricordo del rettore Anelli

A portare il saluto della Chiesa italiana, il presidente dei vescovi Zuppi: «Una vita, la sua, spesa a “costruire” uomini e donne capaci di fare questo nostro mondo migliore»

«Esprimo, a nome della Conferenza episcopale italiana, la vicinanza e la partecipazione al dolore di tutta la comunità dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, la nostra e amata Università». Il cardinale presidente dei vescovi italiani Matteo Zuppi è intervenuto questa mattina, 31 maggio, all’incontro di preghiera e congedo nell’Aula magna della sede milanese dell’ateneo, in ricordo del rettore Franco Anelli, scomparso la sera del 23 maggio. «Siamo tutti colpiti dalla sua tragica scomparsa – ha detto -. Le parole appaiono parziali, insufficienti e lasciano spazio alla preghiera, al rispettoso silenzio e all’intima riflessione».

In questa dimensione, il porporato ha ricordato l’invito che lo stesso Anelli aveva rivolto solo pochi mesi prima in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico. «Occorre comprendere le nuove aspirazioni dei nostri studenti, che non rappresentano un futuro da aspettare, ma un presente da ascoltare, e che hanno colto segnali forse ancora sfuggiti agli adulti», le parole del rettore. E ancora: «Le università sono chiamate, in particolare quando delineano il loro futuro, a essere “intelligenti”, a essere capaci di leggere dentro la realtà, di interpretare il  mondo nel suo continuo mutamento».

Sull’università, per Anelli, grava «una responsabilità aggiuntiva: dobbiamo capire non solo quello che serve a noi, per migliorare il modo in cui svolgiamo la nostra particolare attività, ma quello che serve agli altri. E proprio su questa idea di vita buona sembra che i giovani ci stiano dicendo qualcosa. Le recenti indagini sociologiche rivelano una crescente volontà delle nuove generazioni di essere loro a porre i nuovi valori ordinanti della società – si pensi ai movimenti per il contrasto ai mutamenti climatici e alla faglia generazionale che hanno aperto – e, sul piano individuale, di essere riconosciuti nella loro specificità, nella loro capacità di apportare valore attraverso la novità che essi stessi sono, mentre è evidente il rifiuto di un modello nel quale viene richiesto di acquisire competenze utili esclusivamente per andarsi a inserire in una certa casella, precostituita, di un organigramma aziendale. O di spendersi in una competizione meritocratica della quale – come denuncia Papa Francesco nella Laudate Deum (cfr. n. 32) – sono falsati i presupposti».

Ecco, ha osservato Zuppi, «l’intelligenza del professore, che conserviamo nel cuore, con il ricordo di lui cordiale e diretto con tutti, specialmente nel rapporto con gli studenti e le studentesse che amava, come si manifestava nelle sue lezioni, così ricordate dai giovani per la passione, la competenza, la chiarezza, la libertà di pensiero». Da rettore, «ha vissuto intensamente la vocazione dell’Università. Cattolica, che coltiva la passione per l’uomo e la sua piena realizzazione, l’impegno perché ogni persona possa diventare protagonista all’interno della società, sempre attenta al  bene comune, che è sempre l’unica parte che la Chiesa sceglie e per quale sarà sempre libera».

Nello spirito dei suoi fondatori, «la Cattolica vuole assicurare una presenza nel mondo universitario e culturale di persone impegnate a capire e affrontare, alla luce del messaggio cristiano e dei principi morali, i segni dei tempi, i problemi della società e della cultura – ha rilevato ancora il presidente Cei -. La vita del professor Anelli si è snodata lungo questo sentiero, illuminato dalla luce di tante persone illustri e testimoni esemplari». A cominciare dal venerabile Giuseppe Lazzati, rettore in anni «particolarmente difficili», per continuare con «tanti altri esempi di uomini e donne capaci di essere non sono illustri studiosi e insegnanti, ma anzitutto autentici “maestri” di vita per le nuove generazioni».

Da professore, Anelli «si è dedicato agli studenti, tutti, che ha sentito “suoi” – l’omaggio del cardinale -. Questa dedizione, caratteristica brillante della sua vita, emerge anche dai messaggi pieni di gratitudine che voi, studenti e studentesse, avete lasciato in questi giorni e che avete dedicato al Magnifico Rettore: “Le sue parole non andranno sprecate e formeranno giuristi che saranno vigili e attenti limitatamente ai diritti dell’uomo”; “Grazie per averci guidato verso la conoscenza, la saggezza e l’amicizia”; “La tua lezione resterà nei nostri cuori”. Grazie davvero, Magnifico Rettore! Nell’affidarti al Signore, primo e ultimo amante della nostra fragile vita, del nostro delicato e bellissimo fiore di campo (cfr. Sal 103,15), portiamo con noi la tua testimonianza
di una vita spesa a “costruire” uomini e donne capaci di fare questo nostro mondo migliore. Ti abbraccia e ti solleva il Padre della misericordia. Riposa in pace, caro Franco!», il congedo di Zuppi.

31 maggio 2024