Aleppo urla di dolore
L’arcivescovo Jeanbart: «Per i poveri cristiani non si spendono parole. Davanti a decapitazioni e crocifissioni, voi in Europa dormite per non vedere»
L’arcivescovo greco melkita Jeanbart: «Per i poveri cristiani non si spendono parole. Davanti a decapitazioni e crocifissioni, voi in Europa siete soliti dormire per non vedere»
Tra molte ombre qualche luce sembra trasparire. È il caso dell’annuncio dell’inviato speciale dell’Onu per la Siria, Staffan de Mistura, su una possibile e imminente tregua di sei settimane ad Aleppo. Se ciò dovesse accadere la città vedrebbe innanzitutto l’apertura di corridoi umanitari e di rifornimenti per i civili. «Se de Mistura dovesse riuscire a mettere d’accordo regime e ribelli, sarebbe un grande risultato – dichiara l’arcivescovo – e potrebbe preludere ad accordi più importanti. La gente qui ha bisogno che la vita riprenda subito, che si riparino gli ospedali, le strade, le scuole, che ad Aleppo sono circa 2mila. Che riparta l’economia, il lavoro, la ricostruzione e soprattutto che si cerchi la riconciliazione. Abbiamo bisogno di tornare a sognare un Paese sereno e riconciliato, solo così tutto il sangue versato dall’una e dall’altra parte non sarà stato versato in vano. Sogniamo – e qui la voce s’incrina – un Paese nuovo, dove tutti i cittadini abbiano gli stessi diritti e doveri, dove nessuno sia più prevaricato, dove il dialogo tra le fedi non sia fatto solo di convenevoli ma di scambio di convinzioni. In questo impegno la Chiesa avrà sempre la mano tesa verso l’altro, senza differenza alcuna». (Daniele Rocchi)