Aleppo, scambi di accuse sulla tregua violata

L’arcivescovo Marayati: «La lettera del Papa ad Assad è chiara e non va strumentalizzata». Notizie contrastanti sulla città martire

L’arcivescovo armeno cattolico Marayati: «La lettera del Papa ad Assad contiene parole chiare e non va strumentalizzata». Notizie contrastanti sulla città martire
Un ulteriore segno della costante sollecitudine manifestata dal Papa e dai suoi collaboratori davanti alle sofferenze dell’intero popolo siriano. L’arcivescovo armeno cattolico di Aleppo Boutros Marayati interpreta così la lettera inviata da Francesco al presidente siriano Bashar. Un testo che «contiene parole chiare e coerenti con quello che il Successore di Pietro e la Santa Sede hanno sempre detto sulla situazione tragica della Siria. Basta leggerle, quelle parole. Non c’è bisogno di decifrare, e tanto meno serve strumentalizzare quel messaggio». Il pontefice, osserva Marayati, «invita tutti a porre fine alle violenze, da ogni parte esse vengano, e a camminare sulla via della pacificazione e della riconciliazione. È fuori luogo provare a usare quel messaggio o le parole in esso contenute come una presa di posizione pro o contro il presidente Assad».

L’agenzia ufficiale siriana Sana aveva dato la notizia della lettera papale, fornendone alcuni contenuti. Papa Francesco, nella missiva giunta lunedì 12 dicembre al presidente siriano tramite il nunzio Mario Zenari, ha condannato tutte le forme di estremismo e terrorismo «da qualsiasi parte esse possano venire» e ha fatto appello ad Assad affinché «sia pienamente rispettato il diritto umanitario internazionale in merito alla protezione dei civili e l’accesso all’aiuto umanitario». Particolare preoccupazione, nelle parole del Papa, per la sorte della città di Aleppo, su cui si intrecciano notizie e versioni contrastanti. L’Agenzia Fides riferisce che l’esercito governativo siriano dichiara di aver ripreso possesso di quasi tutta la metropoli siriana, mentre rappresentanti delle Nazioni Unite e della Croce Rossa internazionale parlano di «civili giustiziati sul posto» dalle truppe governative. Migliaia di persone sarebbero intrappolate nella parte rimanente di Aleppo ancora nelle mani dei ribelli e dei jihadisti, e su tale enclave cittadina, rendono noto agenzie internazionali citando fonti dei guppi ribelli, sarebbero ripresi stamani, 14 dicembre, i bombardamienti, nonostante la tregua concordata ieri sera per consentire l’evacuazione dei gruppi armati.

A queste informazioni fanno da contraltare le notizie diffuse dalle fonti russe, secondo cui sono stati i guppi armati di jihadisti a contrattaccare aree già riconquistate dall’esercito
siriano, mentre impediscono ai civili di fuggire dalle zone di scontro. Il ministero della Difesa russo rende noto che quasi 6mila civili, tra cui 2.210 bambini, sono stati comunque evacuati dai distretti orientali nelle ultime 24 ore. «Nei nostri quartieri – riferisce a Fides l’arcivescovo Marayati – le persone ovviamente sono contente del fatto che i gruppi armati jihadisti siano stati allontanati, e i loro colpi di mortaio non riescano più a raggiungere le loro case. Ma la paura rimane, e rende fragile il sollievo. Avremo pace solo quando una vera riconciliazione riuscirà a prevalere nei cuori, liberandoli dall’odio. Solo così potremo ripartire insieme. Intanto, preghiamo di poter vivere il tempo di Natale nella speranza, con un po’ di serenità».

14 dicembre 2016