Aleppo è totalmente dipendente dagli aiuti materiali

A dichiararlo, ad Aiuto alla Chiesa che soffre, il vescovo caldeo della città, monsignor Audo: «Le famiglie cristiane iniziano a tornare dal Libano»

A dichiararlo, ad Aiuto alla Chiesa che soffre, il vescovo caldeo della città, monsignor Audo: «Le famiglie cristiane iniziano a tornare dal Libano» 

Il vescovo caldeo di Aleppo, monsignor Antoine Audo, ha raccontato alla fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che soffre come «la gente di Aleppo» abbia oggi «maggiore fiducia» e che «le famiglie cristiane iniziano a tornare». Il presule ha chiarito che il cessare dei bombardamenti diretti – ad eccezione delle periferie della martoriata città siriana – e il clima lievemente più disteso sta spingendo alcune famiglie a far ritorno dal Libano e da alcune aree della Siria dove avevano trovato rifugio negli ultimi anni. «Durante la settimana santa – ha aggiunto monsignor Audo – e nelle celebrazioni pasquali le chiese erano nuovamente piene di fedeli. Certo non possiamo sicuramente parlare di un ritorno massivo, ma è senza dubbio un primo segnale di speranza».

L’80% degli aleppini si compone di rifugiati, e il 70% di essi vive al di sotto della soglia di povertà. «Ormai da un mese abbiamo nuovamente l’acqua corrente, ma manca ancora l’elettricità. La gente non ha un lavoro ed è totalmente dipendente dagli aiuti». Dall’inizio della crisi siriana nel 2011, Acs ha realizzato nella sola città di Aleppo progetti per un totale di 2.458.731 euro, assicurando alle famiglie cristiane beni di prima necessità quali pacchi viveri e combustibile per riscaldamento ed elettricità. Un’attenzione in particolare è rivolta ai bambini, attraverso il progetto “Una goccia di latte”, che dal 2015 assicura latte in polvere a circa 2.850 bambini.

«Dall’inizio della guerra il sostegno di Acs è sempre stato costante e tempestivo – ha affermato monsignor Audo –. Ora che la situazione è lievemente migliorata si rende ancor più necessario fornire aiuti, affinché sempre più cristiani aleppini tornino alle loro case». La città, un tempo roccaforte della cristianità in Siria, negli ultimi sei anni è stata abbandonata da circa il 75% dei fedeli. «Speriamo che sia finalmente giunto il tempo di una nuova rinascita di Aleppo e di tutta la Siria, che si arrivi ad una soluzione politica e che cessi il sostegno ai gruppi estremisti che mirano a distruggere il nostro paese».

2 maggio 2017