Aleppo, bombardato l’ospedale di Medici senza frontiere

Almeno 14 i morti, tra pazienti e staff. Tra le vittime, 3 medici, tra cui uno degli ultimi pediatri rimasti in città. «Gli ospedali non sono bersagli»

Almeno 14 i morti, tra pazienti e staff. Tra le vittime, 3 medici, tra cui uno degli ultimi pediatri rimasti in città. Msf: «Gli ospedali non sono bersagli»

Il bilancio, ancora provvisorio, è di almeno 14 morti. Né soldati, né militanti: erano i pazienti e lo staff dell’ospedale di Al Quds, supportato da Medici senza frontiere, ad Aleppo, bombardato e distrutto nella serata di ieri, mercoledì 27 aprile. «Ci aspettiamo che il bilancio salirà», dichiarano dall’associazione. Al momento, intanto, tra le vittime ci sono tre medici, tra cui «uno degli ultimi pediatri rimasti ad Aleppo», nella zona controllata dai ribelli: Wasem Maaz.

Nell’ospedale, si legge sul profilo Twitter dell’associazione, c’erano pronto soccorso, ambulatorio, terapia intensiva e sala operatoria. Ora è tutto distrutto». A colpire l’edificio, intorno alla mezzanotte, tre raid aerei delle forze governative siriane. La struttura, informano da Msf, «era il centro di riferimento principale per la pediatria, con 8 medici e 28 infermieri».

«Condanniamo la distruzione dell’ospedale al-Quds ad Apello, che priva le persone di assistenza sanitaria essenziale. Gli ospedali non sono un obiettivo», si legge ancora su Twitter, dove l’organizzazione ha lanciato l’hashtag #NotATarget.

Secondo l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, i raid del regime siriano hanno ucciso in soli 6 giorni 140 persone nella città di Aleppo: 139 i civili morti sotto le bombe sganciate da elicotteri e jet di Damasco. Tra i morti, 23 tra bambini e adolescenti e 15 donne. I quartieri colpiti, riferisce la piattaforma che dal 2007 monitora le violazioni dei diritti umani sul terreno, sono fuori dal controllo governativo, nella parte est della città contesa, nel nord del Paese.

28 aprile 2016