Aldo Moro, «un vero statista»

Il premier dimissionario Paolo Gentiloni nel 40° anniversario del ritrovamento del corpo senza vita del leader Dc: «La sua uccisione pesa sulla coscienza della Repubblica. Le Acli ai partiti: ripartire dal «bene comune»

«40 anni fa le Br lasciavano in via Caetani il cadavere di Aldo Moro». Il presidente del Consiglio dimissionario Paolo Gentiloni sceglie Twitter per ricordare il 40° anniversario del ritrovamento del corpo senza vita di Aldo Moro, lo statista democristiano sequestrato dalle Brigate Rosse. «L’Italia – scrive – rende omaggio alla memoria di un vero statista. La sua visione politica e culturale ha segnato il nostro Novecento. La sua uccisione pesa sulla coscienza della Repubblica».

Anche le Acli ricordano l’anniversario, citando la frase con cui la Democrazia Cristiana annunciava nel 1978 l’assassinio del presidente del partito Aldo Moro: «Vive nei nostri cuori la sua fede per la libertà». Le Acli, ricordano dalla presidenza nazionale, «furono tra le prime organizzazioni a prendere posizione. L’associazione invitava il popolo italiano a stringersi attorno alle istituzioni democratiche». Oggi come allora, le Acli invitano i partiti a «mettere al centro del loro impegno il bene comune. Lo fanno con quanto Aldo Moro disse ai gruppi parlamentari della Democrazia Cristiana pochi mesi prima di essere rapito e poi ucciso: “Se fosse possibile dire: saltiamo questo tempo e andiamo direttamente a questo domani, credo che tutti accetteremmo di farlo, ma, cari amici, non è possibile; oggi dobbiamo vivere, oggi è la nostra responsabilità. Si tratta di essere coraggiosi e fiduciosi al tempo stesso, si tratta di vivere il tempo che ci è stato dato con tutte le sue difficoltà”».

Di qui l’invito a «lavorare per il bene del Paese è l’appello che le Acli rivolgono a tutti i partiti sempre con le parole del presidente Moro: “Siamo stati capaci di flessibilità ed insieme capaci di una assoluta coerenza con noi stessi, sicché in nessun momento abbiamo smarrito il collegamento con le radici profonde del nostro essere nella società italiana”».

9 maggio 2018