Alcol, un problema diffuso «per cui si fa troppo poco»

Presentata la campagna di Missionari della Consolata e Impegnarsi serve. Marazziti: «La caduta dell’allarme sociale frena il contrasto»

Presentata la campagna di Missionari della Consolata e Impegnarsi serve. Marazziti (commissione Affari sociali): «La caduta dell’allarme sociale frena il contrasto»

Presentata questa mattina, martedì 31 gennaio, alla Camera dei Deputati, la campagna “AlcolOltre” promossa da “Impegnarsi serve” onlus e Missionari della Consolata contro l’abuso di alcol nel Nord e nel Sud del mondo. L’obiettivo: sensibilizzare l’opinione pubblica in Italia e in Africa sull’abuso di alcol, in particolare tra i giovani. «Europa e Africa – denuncia padre Giordano Rigamonti, responsabile del comitato “AlcolOltre” – sono due continenti accomunati da una stessa schiavitù: l’uso eccessivo e disordinato di alcol». Un fenomeno che «colpisce trasversalmente qualsiasi fascia di età, ma per i giovani può rappresentare l’inizio di un degrado profondo, l’ingresso in un labirinto in cui diventa difficile districarsi».

Davanti a questo, l’atteggiamento più diffuso nella società degli adulti, continua il missionario, è «la cosiddetta reazione dello struzzo: fingere di non vedere per non dover affrontare il problema». Lo scopo della campagna, allora, in Italia e nei Paesi africani dove operano i missionari della Consolata (tra i quali Swaziland, Kenya e Repubblica democratica del Congo) è «creare attenzione, sensibilità e risposte», sensibilizzando l’opinione pubblica in Italia con un progetto educativo interculturale, convegni ed eventi teatrali “live”, mentre nei Paesi africani verranno promossi progetti di solidarietà, attraverso «programmi educativi, sanitari e di reinserimento sociale».

Per il presidente della commissione Affari sociali della Camera Mario Marazziti, quello dell’abuso di alcol è «un problema diffuso, globale, per il quale si fa troppo poco, mentre la situazione sta peggiorando». E, per chiarire, fa un confronto con la questione migranti: mentre «l’allarme sociale verso gli immigrati è spropositato ed enfatizza il problema»,  evidenzia, «la caduta dell’allarme sociale nei confronti dell’alcol impedisce di fare azioni per il contrasto della dipendenza». Eppure, in una società «nella quale dobbiamo dimostrare, sbagliando, di non dover dipendere da nessuno, crescono le dipendenze patologiche: gioco d’azzardo, alcol, sostanze».

Allarmanti i dati della diffusione tra i giovani, ricordati da Marazziti: «Il 21% dei ragazzi 15-17enni e il 17% delle ragazze sono a rischio di danni fisici», mentre «800mila italiani tra i 18 e i 24 anni hanno un problema di consumo eccessivo delle bevande alcoliche». Occorre dunque intervenire, dapprima sviluppando una «consapevolezza sociale» sulle dimensioni del problema e impegnandosi per «creare una società dove le persone non siano sole». Poi, “«combattere la dipendenza con l’attrattività, puntando a campagne per i giovani che abbiano come protagonisti i propri pari». Proprio con questo obiettivo di parlare ai giovani, tra i testimonial della campagna è stato scelto anche il calciatore Andrea Belotti, attaccante del Torino e della Nazionale italiana.

31 gennaio 2017