Al Vittoriano la vita di Anna Magnani

La mostra a ingresso libero sarà aperta fino al 22 ottobre. Oggetti, fotografie, materiali audio e video raccontano la musa del neorealismo

La mostra a ingresso libero sarà aperta fino al 22 ottobre. Oggetti, fotografie, audio e video raccontano la musa del neorealismo 

«Fu senza dubbio l’attrice più congeniale al neorealismo, perché tutto, con lei, diventava drammatico e plebeo. Se rideva, era la risata d’una baccante. Se piangeva, era il pianto d’una lamentatrice lucana». Indro Montanelli descrisse così l’amica Anna Magnani, interprete straordinaria di un cinema che non c’è più e che Roma omaggia con una mostra al complesso del Vittoriano, dal 22 luglio al 22 ottobre (ingresso libero). Curata da Mario Sesti e in collaborazione con il Centro sperimentale-Cineteca Nazionale, dell’Istituto Luce e Teche Rai, la mostra fa parte della rassegna “Il Vittoriano tra musica, letteratura, cinema e architettura”, promossa dal Polo Museale del Lazio diretto da Edith Gabrielli.

Oggetti, fotografie, materiali audio e video ripercorrono la figura dell’attrice dai suoi esordi nel teatro e nella rivista, fino ai successi di Cinecittà e di Hollywood. «È un viaggio all’interno dell’immaginario e della memoria di un’icona – racconta Sesti – il cui corpo e la cui rappresentazione irradiano ancora oggi un senso inconfondibile di questa personalità così nota e popolare. La mostra scopre anche uno scorcio forse inedito, su una Magnani privata, domestica, libera tra le pareti e gli angoli della propria casa».

Nella sala Zanardelli campeggiano, così, fotogrammi tratti dalle pellicole che hanno immortalato un periodo della storia d’Italia – quello del Realismo – e che, grazie ad una innata indole teatrale, Anna ha saputo rappresentare più di chiunque altra attrice, perché più di chiunque altra attrice è rimasta fedele alla donna che era. «Non ho fatto mai il minimo sforzo per sembrare un’altra – ha detto di sé la Magnani – . Le bestie vivono secondo natura e non sbagliano quasi mai. Ho trasportato questa teoria nel campo degli uomini.

Anche questa è la verità: non ho mai avuto ambizioni di nessun genere, non sono mai stata invidiosa né del successo, né delle ricchezze altrui. Ho sempre camminato nella vita per sentire in me la gioia di una continua metamorfosi, di un continuo studio di quello che era il mio lavoro e, oserei dire, di un continuo perfezionamento della donna che era in me. Ma la donna, quella che nessuno, dico nessuno, conosce, non è mai cambiata, mai! Piena di difetti, tanti, ma piena di timori, piena di smarrimenti: gli stessi che ho oggi dopo una dura, durissima vita, li avevo a dieci anni. E questo trauma è la cosa che amo di più in me».

Per quarant’anni sulle scene, la Magnani ne fu protagonista indiscussa. Prima attrice straniera ad aver vinto un Premio Oscar, Anna ha innamorato il mondo anche con capolavori come “Roma città aperta” e non solo per “La rosa tatuata”, la pellicola che appunto le consentì, nel 1956, di volare negli Stati Uniti. Non bella ma seducente, magari popolana eppure tanto amata per quel nobile animo in tormento non meno che per i suoi modi schietti, così estranei ad un ambiente di luccichii ed artifici tipici del jet set. Le donne dell’epoca cercavano persino di copiarne lo stile e la capigliatura. Sempre Montanelli ricorda come le signore romane chiedessero al parrucchiere di acconciare i loro capelli “alla Magnani”: ore di cura per potersi rivedere alla fine spettinate come lei, che lo era, invece, in modo naturale.

La mostra include la proiezione di un
documentario delle Teche Rai e una serie delle più belle scene dei suoi film, oltre ad un’edizione originale di cinegiornali dell’Istituto Luce appositamente realizzata. Il 24 e il 31 luglio, e poi il 7 agosto sulla Terrazza Italia del Vittoriano saranno invece proiettati i film “Bellissima” di Luchino Visconti, “Mamma Roma” dell’altro suo grande amico Pier Paolo Pasolini e “L’amore” di Roberto Rossellini, di cui è stata invece compagna, preceduti da interviste e scritti della stessa attrice, recitati dalla nipote Olivia.

21 luglio 2017