Al via l’Anno scalabriniano

L’apertura il 7 novembre, a 25 anni dalla beatificazione di Giovanni Battista Scalabrini, “padre dei migranti”. Il tema “Fare patria dell’uomo il mondo”

A 25 anni dalla beatificazione di Giovanni Battista Scalabrini, il 9 novembre 1996, si pare l’Anno scalabriniano, che prenderà il via domenica 7 novembre per concludersi poi il 9 novembre 2022. “Fare patria dell’uomo il mondo”: questo il tema scelto per celebrare il fondatore e ispiratore della Famiglia scalabriniana. «Stiamo concludendo con gratitudine il Giubileo dei 125 anni di fondazione della congregazione delle suore missionarie Scalabriniane e iniziamo con molta gioia l’anno scalabriniano – afferma suor Neusa de Fatima Mariano, superiora generale delle Scalabriniane -. Ciò ci riempie il cuore di gratitudine a Dio per il carisma scalabriniano nel servizio alla Chiesa. Il santo Giovanni Paolo II lo descrisse come profondamente innamorato di Dio e straordinariamente devoto dell’Eucaristia, con la capacità di saper tradurre la contemplazione di Dio e del suo mistero in una intensa azione apostolica e missionaria, facendosi tutto a tutti per annunciare il Vangelo», prosegue.

Nella lettera di indizione, firmata dai superiori dei tre Istituti della famiglia scalabriniana – oltre a suor Neusa, padre Leonir Chiarello e Regina Widmann -, si ricorda che «Scalabrini è stato un modello per il mondo e lo è ancora oggi, in un mondo globale diviso da incomprensibili muri. La sua passione per i migranti è una chiave di interpretazione della contemporaneità che ha le sue basi nel messaggio di Cristo. Gesù – rilevano – ha vissuto da bimbo migrante e rifugiato. Ha dato la sua vita per il mondo e oggi la sua espressione è nei volti di quelle milioni di persone che chiedono aiuto». Proprio per questo, l’Anno scalabriniano è «un impegno a farlo conoscere, parlare di lui, raccontare della sua passione per i migranti affinché altri sentano la stessa passione e intervengano, a tutti i livelli, nella Chiesa e nella società, a favore di questi fratelli e sorelle che la vita ha sradicato e disperso». Ancora, «è un appello a chiedere la sua intercessione per la missione che la Chiesa ha affidato ai nostri Istituti, per la crescita nella fede di coloro con cui condividiamo la Parola, per la promozione dell’accoglienza di quanti sono lontani dalla propria terra e famiglia».

13 ottobre 2021