Al via l’anno “Famiglia Amoris Laetitia”

L'apertura il 19 marzo, a 5 anni dalla pubblicazione dell'esortazione apostolica di Francesco. Il cardinale Farrell (Laici, famiglia e vita): «Bisogna dare maggiore spazio alle famiglie. La loro stessa vita è un messaggio di speranza per il mondo e soprattutto per i giovani»

«La famiglia rimane per sempre “custode” delle nostre relazioni più autentiche e originarie, quelle che nascono nell’amore e ci fanno maturare come persone. I cinque anni dalla pubblicazione di Amoris Laetitia, poi, rappresentano uno stimolo per tutta la Chiesa a riprendere in mano questo importante documento, frutto di un lungo cammino sinodale». Lo ha detto il cardinale Kevin Jospeh Farrell, prefetto del dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, presentando l’anno “Famiglia Amoris Laetitia”, che inizierà domani, 19 marzo, a cinque anni dalla pubblicazione dell’esortazione apostolica.

«La pandemia – ha detto il cardinale – ha avuto conseguenze molto dolorose per milioni di persone. Ma proprio la famiglia, pur colpita duramente sotto tanti aspetti, ha mostrato ancora una volta il suo volto di “custode della vita”, come lo è stato san Giuseppe». Per questo «l’Anno “Famiglia Amoris Laetitia” è una preziosa opportunità per far maturare i frutti di questo cammino, non solo nei vari contesti ecclesiali ma nelle famiglie stesse»; un anno in cui «abbiamo l’opportunità di presentare meglio, a tutti, la ricchezza dell’esortazione, che contiene parole di coraggio, stimolo, riflessione, e in termini più ampi, contiene suggerimenti per percorsi pastorali anche pratici, che non dobbiamo lasciar cadere nel vuoto».

È noto il carattere pastorale di Amoris Laetitia tuttavia, ha sottolineato Farrell, «nella pastorale ordinaria, per molte questioni siamo ancora ad uno stadio iniziale: pensiamo all’accompagnamento delle coppie e delle famiglie in crisi, al sostegno a chi è rimasto solo, alle famiglie povere, disgregate. Tante famiglie vanno aiutate a scoprire nelle sofferenze della vita il luogo della presenza di Cristo e del suo amore misericordioso». Ascoltare le famiglie dunque per un «rinnovamento pastorale» al quale esorta Papa Francesco e per il quale è necessaria «maggiore collaborazione. Tanto si è fatto e si sta già facendo per le famiglie, non si parte da zero. Tutto questo lavoro e queste esperienze potrebbero essere di esempio e di ispirazione per altri ma sono ancora poco conosciute e condivise».

Serve poi un cambio di mentalità: «Bisogna passare dal pensare alle famiglie come semplice “oggetto” della pastorale a pensarle invece come “soggetto” della pastorale – ha sottolineato Farrell -. Le famiglie sono piene di potenzialità e di doni per l’intera società e per la Chiesa e perciò vanno riconosciute e coinvolte attivamente come protagoniste della pastorale ordinaria delle parrocchie e delle diocesi». Evidenziando l’«esempio vivente» di tante famiglie, il cardinale ha ribadito che «bisogna dare maggiore spazio alle famiglie. La loro stessa vita è un messaggio di speranza per il mondo intero e soprattutto per i giovani, perché, come emerge da molti sondaggi in ogni parte del mondo, il desiderio di avere una propria famiglia è ancora oggi fra i sogni più grandi che i giovani desiderano realizzare».

Infine, il capitolo relativo alla formazione dei formatori: «Siamo sempre più consapevoli del fatto che bisogna promuovere la formazione di tutti coloro che svolgeranno un lavoro pastorale con le famiglie: a partire dai futuri pastori, fin dal tempo del seminario, per arrivare ai laici e alle famiglie che si dedicheranno a questo apostolato. I formatori devono essere in grado di mostrare alle famiglie come la grazia che scaturisce dal sacramento del matrimonio possa rispondere alle sfide della vita pratica, non in astratto, ma nelle circostanze concrete che si vivono all’interno delle varie culture e zone geografiche del mondo». Serviranno, a partire da quest’anno, «pastori che, come fratelli e padri, siano disposti ad aiutare le famiglie ma anche ad imparare da loro. C’è infatti una grazia speciale che scaturisce dagli sposi e dalle famiglie: la grazia della sponsalità. La grazia, cioè, di vivere l’amore come donazione di sé per gli altri, facendo di questo atteggiamento il “motore” che muove ogni azione».

Anche Gabriella Gambino, sottosegretario del dicastero, ha partecipato alla presentazione insistendo, tra l’altro, sulla necessità di «ripartire dai fondamenti della fede per condurre i bambini e i giovani nella scoperta della bellezza di una vocazione: il matrimonio. In tal senso, l’anniversario di Amoris Laetitia non è la mera commemorazione di un testo scritto ma l’opportunità concreta per dare un rinnovato impulso alla sua applicazione pastorale». E rispondendo a una domanda ha aggiunto: «Abbiamo bisogno di sentire la presenza dei pastori e di altre famiglie, creare occasioni di condivisione e solidarietà tra le famiglie, per esempio punti di ascolto nelle parrocchie, con il coinvolgimento dell’associazionismo familiare e dei movimenti ecclesiali».

18 marzo 2021