Al via la nuova legislatura

Convocati per il 23 marzo i nuovi parlamentari eletti al Senato e alla Camera. Il primo nodo: l’elezione dei nuovi presidenti dei due rami del Parlamento. Quindi le dimissioni di Gentiloni al Quirinale

Nasce ufficialmente oggi, venerdì 23 marzo, la XVIII legislatura, con le prime sedute della Camera e del Senato. A presiedere la seduta della Camera Roberto Giachetti (Pd), il vice presidente uscente più anziano; al Senato invece il “decano” Giorgio Napolitano, senatore a vita. Il primo banco di prova: l’elezione dei nuovi presidenti, per la quale i regolamenti dei due rami del Parlamento prevedono modalità diverse, che avviene a scrutinio segreto.

Al Senato nei primi due scrutini è richiesta la maggioranza assoluta dei componenti; se questo non avviene, si procede a un terzo scrutinio il giorno successivo, in cui è sufficiente la maggioranza assoluta dei voti dei presenti; quindi, nello stesso giorno, il ballottaggio tra i due candidati più votati. Entro sabato 24 marzo dunque Palazzo Madama avrà il suo nuovo presidente, che svolge anche le funzioni di supplente del presidente della Repubblica. Per quanto riguarda la Camera dei deputati invece è richiesta nel primo scrutinio la maggioranza dei due terzi dei componenti, nel secondo e nel terzo la maggioranza dei due terzi dei voti, dal quarto in poi la maggioranza assoluta dei voti. I primi tre scrutini dovrebbero tenersi tutti nella prima giornata, quindi da sabato sarà sufficiente la maggioranza assoluta dei voti. Se nessuno otterrà questo consenso, si andrà avanti a oltranza. In concreto, si presuppone un accordo trasversale, con tempi tutt’altro che certi. La prossima settimana poi le due Camere si riuniranno ancora per eleggere i rispettivi vice presidenti e i vertici amministrativi di ciascuno dei due rami del Parlamento.

Gli altri adempimenti da compiere riguardano la definizione dei gruppi parlamentari, che deve avvenire entro due giorni dalla prima seduta a Montecitorio ed entro tre giorni a Palazzo Madama. Entro il 27 marzo poi i gruppi parlamentari eleggeranno al loro interno i rispettivi presidenti. Una volta definito chi occuperà lo scranno più alto dell’aula di Palazzo Madama e di Montecitorio, seconda e terza carica dello Stato italiano, è presumibile che il premier uscente Gentiloni salga al Quirinale per rassegnare le dimissioni nelle mani del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che darà così avvio alle consultazioni delle forze parlamentari per la formazione di un nuovo governo, il 65° della storia repubblicana.

 

23 marzo 2018