Al via il Covid Center Ucbm

La struttura, completamente isolata dal Campus Bio-Medico, attiva dal 1° aprile con 40 posti letto, di cui 9 in terapia intensiva. Percorsi di accesso separati e personale dedicato, sia medici che infermieri e tecnici

2.100 metri quadrati, percorsi di accesso separati appositamente studiati e personale dedicato, sia per quanto riguarda l’ambito medico sia nell’ambito delle professioni sanitarie infermieristiche e tecniche. È il Covid Center Ucbm: una struttura completamente isolata dal Policlinico universitario Campus Bio-Medico, attiva dal 1° aprile, e riservata a pazienti affetti da Covid-19, dotata di 40 posti letto. Già utilizzabili i 9 in terapia intensiva mentre 10 a bassa intensità saranno disponibili a partire dal 15 aprile; dal 20 aprile utilizzabili anche altri 7 posti letto a media intensità e altri 14 a bassa intensità.

Contemporaneamente, prosegue al Campus Bio-Medico – ospedale che resta no-Covid – l’erogazione di ricoveri, day-hospital e prestazioni non differibili per le persone non contagiate ma bisognose di cure. È il caso delle prestazioni oncologiche, cardiologiche, delle cronicità che necessitano di accessi in ospedale non rinviabili, dei ricoveri comunque non differibili di più di 30 giorni, delle urgenze traumatologiche e così via. Il tutto, con una netta distinzione strutturale.

Covid Center Ucbm, aprile 2020Per garantire il più alto standard di sicurezza possibile, informano dal Campus, il personale Ucbm esclusivamente dedicato al Covid Center potrà alloggiare in una struttura riservata, completamente a carico dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, dove usufruirà di vitto e alloggio per tutta la durata dell’attività emergenziale. La nuova struttura sarà a disposizione del sistema sanitario regionale, «in stretta relazione, come previsto dalla fase 3 di gestione dell’emergenza coronavirus nel Lazio, con l’INMI Spallanzani, Hub dell’Area E». Il Policlinico Universitario Campus Bio-Medico rafforza così il proprio contributo alla gestione dell’emergenza sanitaria del Lazio, aggiungendo il Covid Center ai servizi quotidianamente messi a disposizione, come il laboratorio analisi nell’ambito della rete Coronet per l’analisi dei tamponi di tutto il territorio della Asl Roma 6, che include i Castelli Romani.

Paolo Sormani, Lorenzo Sommella, Covid Center UcbmUna novità dunque, quella del Campus Covid Center, nata dalla decisione del Policlinico di «aderire alla richiesta della Regione Lazio e ai bisogni della cittadinanza», spiega il direttore generale Paolo Sormani. «Il Campus Covid Center – sottolinea il direttore sanitario del Policlinico universitario Lorenzo Sommella – è una struttura fisicamente e funzionalmente separata dal resto del Policlinico, che rimane un ospedale no-Covid. I pazienti quindi – prosegue – saranno assistiti in un luogo che è esclusivamente dedicato al trattamento delle persone Covid positive». Anche chi presta assistenza «sarà esclusivamente dedicato a questa attività. Naturalmente – aggiunge il direttore sanitario – il nostro personale ha ricevuto, e sta ancora ricevendo, tutta la formazione e tutti i dispositivi di protezione necessari, per garantire il massimo livello di sicurezza sia a loro che a tutti i pazienti che saranno assistiti».

assessore alessio d'amato, Covid Center UcbmA esprimere il grazie della Regione Lazio è l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato, che parla di «un ulteriore potenziamento della rete regionale. Voglio esprimere – dichiara – un ringraziamento per tutti gli operatori del Campus Bio-Medico e tutti i professionisti per il fattivo contributo che stanno dando». I centri Covid, evidenzia Nicola Petrosillo, direttore del Dipartimento clinico e di ricerca in Malattie infettive dell’INMI Lazzaro Spallanzani e coordinatore infettivologico Covid in Ucbm, «fanno riferimento a strutture specializzate, come per esempio lo Spallanzani, che ricoverano soltanto pazienti infettivi Covid. Al Campus Bio-Medico il Centro Covid è nettamente separato dalla struttura assistenziale riservata al trattamento di altre patologie, che continuano a persistere nella nostra popolazione, come le patologie cardiovascolari, oncologiche, chirurgiche e di altra natura». Questa separazione, osserva ancora Petrosillo, «è molto importate per far lavorare tutti in estrema sicurezza e garantire che i pazienti vengano seguiti nel miglior modo possibile».

3 aprile 2020