Al pub che promuove l’economia carceraria, pizza gratis: «Hai bisogno? Prendi»
Dal mercoledì alla domenica, dalle 18 alle 19, al “Vale la Pena”, che offre lavoro e formazione ai detenuti. «Piccola gentilezza “contagiosa”»
Il post appare alle 9.15 di domenica mattina sulla pagina facebook del Pub&Shop Vale la Pena e nel giro di poche ore ha già più di 800 condivisioni. Nella foto campeggia un cesto pieno di tranci di pizza incartati. Il tag è molto chiaro: #Romagentile. Il messaggio lo è ancora di più: «Hai bisogno? Prendi questa pizza bianca, per noi è una eccedenza». Poi ci sono le indicazioni di giorni e orari: dal mercoledì alla domenica, dalle 18 alle 19. Di ogni settimana. Perché la solidarietà al Pub&Shop, che impiega e forma detenuti in articolo 21 producendo birra, non è uno spot ma qualcosa di endemico. E così, dopo la birra che recupera “cibo e persone”, riciclando il pane inutilizzato, ora arriva la pizza bianca a sostegno di chi, fuori, ha bisogno di aiuto.
«Basta davvero poco – commenta Paolo Strano, responsabile del progetto sociale, lanciando anche un appello -. Ci piacerebbe che questa piccola gentilezza fosse contagiosa: tutti hanno eccedenze che sprecano, non costa nulla fare queste piccole azioni che, se diventassero comuni, sarebbero davvero incisive, nel bene. La nostra è una iniziativa semplice, a costo zero, ma molto efficace soprattutto nel momento in cui dovesse essere condivisa da altri esercenti. Perché tutte le attività di ristorazione hanno a fine giornata delle eccedenze: cibo ottimo destinato a essere sprecato».
Riciclo, inclusione, solidarietà: temi che si fondono completamente con il progetto di economia carceraria del Pub&Shop. «A noi- sottolinea Paolo Strano – il tema degli esclusi, degli ultimi, sta particolarmente a cuore per via della natura inclusiva del nostro progetto. Ma mi sento di lanciare un vero e proprio appello a tutti i ristoratori: fate un gesto gentile come il nostro. A voi non costa nulla e avrete non solo la soddisfazione di aver contribuito al benessere di persone in difficoltà ma ne avrete anche un ritorno di immagine, come dimostra la popolarità del nostro post su Facebook, anche se volutamente non abbiamo inserito il nostro logo per non dare adito a strumentalizzazioni. Una buona azione, per voi e per gli altri, di questi tempi, è particolarmente significativa e aiuta a costruire una attività sana che restituisca almeno in parte quanto di buono si ottiene».
Il pub ha aperto i battenti a ottobre e attualmente il birrificio “Vale la Pena” ha una capacità produttiva di 30 mila litri di birra all’anno. «Sono numeri ancora piccoli – spiega Paolo – e le difficoltà, soprattutto burocratiche, sono tante. Ma siamo comunque molto soddisfatti perché stiamo diventando un punto di riferimento per persone che non cercano solo una birra e un tagliere ma qualcosa di più. I prodotti dell’economia carceraria piacciono perché sono buoni e perché fanno bene. Questo viaggio l’ho iniziato 6 anni fa – conclude Paolo parlando del progetto “Vale la Pena” -. Non so dove mi porterà, e in fondo non mi importa, perché sono concentrato soprattutto sui miei compagni di percorso, un percorso estremamente tortuoso. Questo è un Paese faticoso per queste iniziative ma quanto raccolto finora, anche se sicuramente sproporzionato rispetto agli sforzi profusi, mi conferma quel che ho intuito da subito: è la strada giusta». (Teresa Valiani)
18 marzo 2019