Al Gemelli operativo il nuovo Pronto soccorso pediatrico

Stanza per la sedazione indolore, “camera calda” per l’accesso di ambulanze e veicoli privati e sala per pazienti infettivi. Nel 2015 oltre 11mila accessi

Una stanza per la sedazione indolore, una “camera calda” per l’accesso di ambulanze e veicoli privati e sala per pazienti infettivi. Nel 2015 oltre 11mila gli accessi

Operativo da questa settimana il nuovo Pronto soccorso pediatrico del Policlinico universitario Agostino Gemelli di Roma. Tra le novità, una “camera calda” dedicata all’accesso delle ambulanze e degli autoveicoli privati, ma anche l’area triage e sala d’attesa, una sala visita generale e una specifica per pazienti infettivi e un’unità di Osservazione breve intensiva pediatrica.

Parte integrante del nuovo Dea (Dipartimento emergenza e accettazione) e Pronto Soccorso del Policlinico, il Pronto soccorso pediatrico, che si sviluppa su 3.100 metri quadrati, è stato realizzato grazie ai fondi stanziati da ministero della Salute e Regione Lazio in occasione del Giubileo straordinario della Misericordia. Significativo l’incremento dell’attività registrata negli ultimi 4 anni: nel 2015 sono stati accolti dal Pronto soccorso pediatrico del Gemelli 11.295 pazienti; nel 2012 erano 8.448.

Tale incremento, spiegano dall’ospedale, è stato accompagnato anche da un progressivo aumento dei codici gialli e dei codici rossi, cioè dei codici a più alta complessità assistenziale, «rendendo il Dipartimento di emergenza e accettazione pediatrico centro di riferimento per i casi più gravi nella fascia di età 0-17 anni». Questo anche in virtù della presenza del reparto di Terapia intensiva pediatrica, attigua al Pronto soccorso, e di tutte le specialità pediatriche, nonché di un eliporto per l’elisoccorso attivo giorno e notte.

Tra le caratteristiche «più qualificanti» del nuovo Pronto soccorso dedicato ai più piccoli, la presenza di una «sedation room», vale a dire una sala «appositamente creata per eseguirvi procedure mediche di sedazione indolore, al fine di contenere l’ansia e la paura nei piccoli pazienti di fronte a questi interventi».

29 gennaio 2016