Al confine Grecia-Turchia, «situazione che mette alla prova la nostra umanità»

La dichiarazione congiunta di vescovi e arcivescovi cattolici e luterani dei cinque Paesi nordici: l’invito a «condividere e portare insieme i pesi»

«Quello che sta succedendo alla periferia dell’Europa, al confine tra Turchia e Grecia, mette alla prova la nostra umanità». Per la prima volta vescovi e arcivescovi cattolici e luterani dei cinque Paesi nordici firmano insieme una dichiarazione congiunta dedicata a questo momento in cui «i nostri confini fisici e mentali vengono messi alla prova dal nuovo coronavirus e dalla situazione dei rifugiati alla periferia dell’Europa».

Per i presuli, «comune a entrambe le sfide è che richiedono responsabilità personale e condivisa, oltre ogni barriera e indipendentemente dalle posizioni politiche». Sono una sfida rivolta a ciascuno singolarmente e come società, che deve spingerci a «condividere e portare insieme i pesi: se falliamo, perdiamo la nostra umanità. Le paure – si legge nel testo – vanno prese sul serio ma non devono tenerci intrappolati e impedirci di assumerci le responsabilità», le parole dei 10 vescovi firmatari. «Inaccettabile», nella loro valutazione, il fatto che «esseri umani in fuga siano considerati una minaccia»; «incompatibile con i valori etici su cui è costruita l’Europa in cui viviamo» il fatto che «garantire l’ordine e la prosperità in Europa avvenga al prezzo del caos ai confini esterni».

Nella dichiarazione dei vescovi, un’indicazione forte per l’Unione europea: «Deve continuare a essere un progetto di pace», aiutando a «risolvere» le situazioni «che costringono le persone a fuggire». I presuli ne sono convinti: il pericolo per l’Europa non sono le persone ai confini ma «la mancanza di fiducia nel futuro, la perdita di valori universali e una politica a breve termine». Eppure, «una riserva d’oro di umanità», per i leader delle Chiese, esiste ancora e deve spingere tutti a «contrastare» i soprusi alla dignità di deboli e indifesi e a contribuire al diritto a prosperare. «Siamo un’unica umanità di Dio che vive insieme sotto lo stesso cielo», affermano.

10 marzo 2020