Al Colosseo la Via Crucis del Circolo S. Pietro

La preghiera guidata dall’arcivescovo Angelo Becciu. L’assistente ecclesiastico Franco Camaldo: «Dica al Papa che gli vogliamo bene»

La preghiera guidata dall’arcivescovo Angelo Becciu. L’assistente ecclesiastico Franco Camaldo: «Dica al Papa che gli vogliamo bene»

«La bellezza dell’essere cristiani è trovare, nel momento della preghiera, la luce per poter guardare con occhi nuovi la croce che ogni giorno incontriamo nella vita». Lo ha ricordato l’arcivescovo Angelo Becciu, Sostituto della Segreteria di Stato vaticana, guidando la Via Crucis celebrata dai soci del Circolo S. Pietro venerdì 18 marzo all’interno del colosseo, al termine della quale ha presieduto la Messa nella cappella di Santa Maria della Pietà, ricava sotto un fornice dell’Anfiteatro Flavio e affidata al Circolo S. Pietro fin dal 1936.

Tra quelli incontrati nel corso della Via Crucis, ha evidenziato il presule nell’omelia, «se ce n’è uno al quale dobbiamo assomigliare questo è Maria, la Madonna, davanti alla croce». Come la Madre di Dio, «sempre ferma nella sua fede, nonostante il dolore indicibile nel vedere un figlio ingiustamente crocifisso, ciascuno di noi deve mantenere viva la speranza nella misericordia del Signore davanti a ogni sofferenza». Perché tutti noi «siamo spesso chiamati a vivere questa particolare fede. Che non è la fede gloriosa ma la fede del Venerdì Santo, dunque una fede nascosta, una fede sofferta, una fede spesso messa alla prova, esposta alla derisione».

Essenziale, per monsignor Becciu, «sentire la misericordia di Dio». Soprattutto nell’anno della Misericordia, in una società che sembra aver cancellato il concetto stesso di peccato. A non esistere in realtà, ha precisato il Sostituto della Segreteria di Stato, è «il senso del peccato, la percezione del peccato». E l’uomo che non riesce o non vuole provare questo sentimento «è abbandonato totalmente a se stesso, fa esperienza del deserto totale», fino a ridursi alla distruzione. «Come cristiani, invece, dobbiamo essere i messaggeri di chi ha fatto l’esperienza della misericordia di Dio: sentire che Dio ci ama proprio perché siamo nella miseria spirituale, nel peccato».

Accanto all’arcivescovo, ha concelebrato anche l’assistente ecclesiastico del Circolo monsignor Franco Camaldo, che ringraziando l’arcivescovo per la sua presenza gli ha chiesto anche «un piacere»: «Dica al Santo Padre che il Circolo S. Pietro manifesta sempre il suo attaccamento a lui. Tutte le sere, alle 19, nella sede del Circolo, noi recitiamo la preghiera per il Papa, da sempre e per sempre. Non è passata una serata in cui non l’abbiamo recitata. Dica al Santo Padre che gli vogliamo bene e che siamo disponibili ad essere fedeli a ogni suo desiderio e a ogni sua volontà».

21 marzo 2016