Al Circo Massimo la manifestazione in difesa della famiglia

Il presidente del comitato “Difendiamo i nostri figli” Gandolfini presenta l’iniziativa in programma il 30 gennaio. Netto dissenso al ddl Cirinnà

Il presidente del comitato “Difendiamo i nostri figli” Massimo Gandolfini presenta l’iniziativa in programma il 30 gennaio. Il netto dissenso al ddl Cirinnà

Si terrà al Circo Massimo la manifestazione in difesa della famiglia e dei bambini indetta dal Comitato “Difendiamo i nostri figli” per sabato 30 gennaio dalle ore 14 (accesso dalle 12) fino alle 16.30. «Ci sarebbe piaciuto fare il corteo – spiega il presidente del Comitato, Massimo Gandolfini -. Abbiamo rinunciato perché saremo tanti e organizzare un corteo sarebbe stato un lavoro faraonico. Per lo stesso motivo abbiamo dirottato la scelta dell’area da San Giovanni al Circo Massimo, dove lo spazio è maggiore ed è garantita la diretta partecipazione di tutti». Previsto l’arrivo di famiglie da tutta Italia, e per l’occasione Trenitalia ha messo a disposizione dei partecipanti il numero verde 06.6000 per ottenere una riduzione del 30% sui biglietti di andata e ritorno.

Il Comitato torna in piazza per ribadire un secco no al ddl Cirinnà che approderà al Senato per la discussione giovedì 28 gennaio. Netto il dissenso soprattutto contro l’utero in affitto e la «stepchild adoption», cioè l’adozione del figlio del partner da parte di uno dei componenti di una coppia omosessuale. E Massimo Gandolfini comprende bene il tema adozioni. «Conosco bene le adozioni sul piano culturale e giuridico – afferma -. So cosa significa adottare. Ho adottato 7 figli, di cui 3 non italiani, e 2 italiani portatori di handicap, quindi non mi vengano a raccontare storie fantasiose. Le adozioni sono un percorso difficile, molte volte anche penoso: io ho visto la ferita dei miei figli per essere stati abbandonati e per non aver conosciuto i loro genitori naturali, e so quanta fatica è costata innanzitutto a loro e poi a me e a mia moglie cercare di sanare queste ferite. Quindi – incalza – non vengano a raccontare stupidaggini sull’utero in affitto. Chi vuole un bambino può adottarlo».

Nel mondo, prosegue Gandolfini, si stima ci siano tra i 6 e gli 8 milioni di bambini abbandonati. «Chi desidera un figlio può avviare le pratiche per l’adozione invece di farlo con la fecondazione eterologa e l’utero in affitto. Questo naturalmente vale per le coppie eterosessuali, che sono tante e vorrebbero avere figli. Alle coppie omosessuali – sottolinea il presidente del comitato – va ricordato che, con tutto il rispetto della loro libera scelta di una vocazione affettiva di pari sesso, questa non comporta che si possa costruire l’idea di un bambino che nasca orfano perché l’utero in affitto significa esattamente questo: un bambino che viene concepito orfano fin dal primo momento della sua vita, e questo è inaccettabile».

Negli ultimi giorni si moltiplicano i consensi alla manifestazione del 30 gennaio – quando non ci saranno politici sul palco ma esperti e famiglie – e il disappunto verso il ddl Cirinnà, sul quale sono stati sollevati dubbi di incostituzionalità dal Quirinale per l’equiparazione delle unioni civili con il matrimonio. Il presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, ha affermato che il ddl rappresenta una «distrazione da parte del Parlamento rispetto ai veri problemi dell’Italia: la creazione di posti di lavoro, dare sicurezza sociale e ristabilire il welfare». Netta contrarietà espressa anche dal Forum nazionali delle associazioni familiari, che conta circa 400 tra associazioni nazionali e locali e rappresenta 4 milioni di famiglie. «Questo ddl – ha affermato il presidente Gianluigi De Palo – non piace a nessuna delle nostre associazioni e a milioni di famiglie italiane. È scritto male, apre alla pratica dell’utero in affitto, smentisce la Costituzione italiana riguardo al matrimonio e non tutela mai la parte più debole. Non si spacca il Paese per una legge di questo tipo».

È arrivato il no al disegno di legge anche da parte del Forum famiglie regionale e da tante associazioni ecclesiali. «Mi ritrovo ad essere al centro di un evento che mi supera grandemente – conclude Gandolfini -. Da credente quale sono, non posso non vedere l’opera di Dio e della Provvidenza. Mediaticamente sono “il signor nessuno” eppure mi sono ritrovato ad essere, per opera dello Spirito Santo, il punto di coagulazione di tante istanze e desideri e oggi possiamo dare la possibilità alla gente comune di far sentire la propria voce in quei palazzi dove molte volte regnano gli interessi di lobby e non quelli degli italiani».

25 gennaio 2016