Al Chiostro del Bramante le collezioni svelate dei macchiaioli

Esposti 120 dipinti selezionati tra le maglie del collezionismo privato. In mostra, tra gli altri, Signorini, Fattori e Zandomeneghi

Esposti 120 dipinti selezionati tra le maglie del collezionismo privato. In mostra, tra gli altri, Telemaco Signorini, Fattori e Federico Zandomeneghi

Nonostante la riproposta di qualche opera, rispetto alla precedente esposizione differente è il punto d’osservazione. Sono stati selezionati tra le maglie del collezionismo privato 120 dipinti. L’allestimento ha ricomposto le raffinate quadrerie dei collezionisti, che le acquistarono per sostenere questi pittori. Collezionisti sconosciuti al grande pubblico, accomunati dalla passione per la pittura, imprenditori e uomini d’affari, determinanti per la diffusione del movimento.

I Macchiaioli infatti, diversamente
dagli impressionisti francesi, ebbero una fortuna critica e di pubblico limitata. Al loro primo apparire meritarono l’appellativo dispregiativo di Macchiaioli per la tecnica adottata, ovvero la riduzione della luce, del colore e del chiaroscuro a macchia. Tecnica mirante a restituire profondità, spazialità e naturalezza alla rappresentazione del vero. In realtà si è trattato di un movimento che nella Firenze del 1855, fino ai primi anni del ‘900, aveva dato vita a un rinnovamento antiaccademico e romantico della pittura non solo nella forma, ma anche nel contenuto.

Si trattava di una pittura che non si rivolgeva più a soggetti storici scenografici ed epoche lontane, ma al tempo presente, al vero, osservato con estrema rapidità di tratto.
Secondo un ideale etico oltre che politico, i macchiaioli incarnarono il patriottismo nel rappresentare attraverso la vita agreste il desiderio di un’Italia unita, che avrebbe procurato un miglioramento della vita sociale. Speranze disattese.

Tra i capolavori, suddivisi in sezioni
intitolate ai collezionisti. di cui rifletteno il mecenatismo e il gusto estetico, ricordiamo: “Il Ponte Vecchio a Firenze” di Telemaco Signorini recuperato fortunosamente sul mercato inglese, posto a conclusione ideale della rassegna; “Il giubbetto rosso” di Zandomeneghi – a riprova che la mostra non si limita ai macchiaioli, e La Ciociara di Fattori. Merita una menzione le “Cucitrici di camicie rosse” di Borrani, esempio di Risorgimento al femminile: in un piccolo ambiente borghese, dove il bianco delle tende, il verde della tavola e il rosso delle camicie, crea uno un affettuoso omaggio al tricolore, donne (mogli, fidanzate e sorelle) cuciono, mentre al di là della finestra chiusa i loro uomini combattono.

Stessa malinconia ravvisabile ne “I promessi sposi” di Silvestro Lega: una scena al tramonto con i fidanzati impegnati in una conversazione privata, che danno le spalle all’osservatore, mentre una donna, a destra, volge lo sguardo altrove, come per non interferire nella loro intimità. Ironico invece lo sguardo di Telemaco Signorini che ne “Sulla terrazza a Riomaggiore”, nel dipingere giovanette dedite al lavoro ad uncinetto, indugia sul volto delle stesse confermando le maldicenze riguardo a un paese noto per la bruttezza dei suoi abitanti.

Corredano la mostra cornici che ospitano citazioni di critici o altro. Se tale scelta risulta discutibile, tuttavia l’allestimento in generale ben si presta agli ambienti del chiostro. Inoltre, l’inclusione delle audio-guide nel biglietto consente un’agevole fruizione delle opere.

I Macchiaioli. Le collezioni svelate c/o Chiostro del Bramante, Via Arco della Pace 5. Fino al 4 settembre 2016 . Curatore: Francesca Dini. Catalogo Skira €29,00 in mostra. Orari:Tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00 – Sabato e domenica dalle 10.00 alle 21.00 (la biglietteria chiude un’ora prima).Biglietti con audio-guida inclusa: Intero € 13,00; Ridotto € 11,00. Aperture straordinarie: Giovedì 2 giugno 10.00 – 21.00; Mercoledì 29 giugno 10.00 – 20.00; Lunedì 15 agosto 10.00 – 20-00

 

 

13 maggio 2016