Al Campidoglio la rivolta dei passeggini

Contro il caro-nido la protesta delle famiglie. Il consigliere De Palo: «Chiediamo un fisco più equo». L’assessore Cattoi: «Abolizione dell’esenzione per il terzo figlio risponde a un criterio di equità contributiva»

Mille passeggini in piazza del Campidoglio. A portarli, distribuendoli ordinatamente sotto il Marco Aurelio e sotto gli uffici del sindaco Ignazio Marino, tante famiglie romane che sabato 4 ottobre hanno fatto sentire la loro voce contro l’aumento delle rette degli asili nido comunali deciso improvvisamente, e ben dopo la chiusura delle iscrizioni, con una delibera di luglio. Una manifestazione propositiva, non una protesta né un evento mediatico o politico ma «un movimento nato dal basso, assolutamente laico – ha spiegato Gianluigi De Palo, consigliere comunale, già presidente del Forum regionale delle famiglie, nonché padre di quattro bambini – per chiedere un fisco più equo per noi che mettendo al mondo dei figli siamo i veri eroi del giorno d’oggi».

Il passeggino è infatti «la metafora della vita del genitore – spiega De Palo -: è pesante, è il sacrificio, è anche un disagio in una città fatta di barriere architettoniche e poco a misura di bambini», ma è anche segno di gioia e di vita «c’è chi sta con i lavoratori, chi con le donne, chi con gli operai invece io sto con i passeggini‬ perché tra tutti ho scelto i figli, la parte migliore, più indifesa e con più futuro del nostro Paese». In piazza mamme e papà indignati e preoccupati: «Oltre a prevedere aumenti – spiegano Lucia e Sergio, genitori di quattro bimbi – il Comune ha annullato l’esenzione dal pagamento della retta del nido per chi ha più di tre figli con una spesa, nel nostro caso, di 180 euro al mese», quota che influisce necessariamente sul bilancio di una famiglia numerosa.

Ma anche chi ha un solo figlio «paga le conseguenze di questa decisione – racconta Serena con in braccio il suo piccolo – perché anche per noi è in arrivo un aumento che inevitabilmente condizionerà le nostre decisioni quotidiane». A seconda del reddito, infatti, sulle famiglie graverà un aumento compreso tra il 7 e il 15 per cento circa e le nuove quote contributive subiranno ulteriori aumenti fino all’anno scolastico 2016-2017.

Secca la replica dell’assessore comunale alla Scuola, Alessandra Cattoi: «L’abolizione dell’esenzione per il terzo figlio risponde a un semplice criterio di equità contributiva. Non vogliamo fare cassa sulle famiglie né tantomeno danneggiare le fasce più deboli. Vogliamo solo che i servizi vengano pagati in modo progressivo a seconda delle possibilità economiche di ognuno. Fino a 10mila euro di Isee, infatti, la quota per il terzo figlio non è dovuta, mentre per i valori superiori è previsto uno sconto del 30% sul totale delle quote. Per esemplificare – spiega Cattoi – le fasce con un reddito basso passano da 34 euro al mese a 36, mentre quelle medie (20 mila euro di Isee) passano da 146 a 162 euro. In ogni caso, è necessario ribadire che le tariffe dei nidi a Roma, anche dopo l’attuale aumento, rimangono tra le più basse d’Italia e che dal 2000 non subivano nessuna variazione. L’altissima qualità dei nidi di Roma Capitale costa molto».

Le famiglie, però, lanciano accuse. «C’è stata scorrettezza nella gestione della questione – dicono Elisa ed Angelo – e c’è ancora poca chiarezza visto che dal Comune non sanno darci dati precisi sulle nuove quote». Malcontento ma anche fiducia «perché questa mobilitazione è l’inizio di una nuova consapevolezza- spiega De Palo -: siamo una famiglia di famiglie e non ci fermeremo. Iniziamo da Roma ma con l’intenzione di alzare il dibattito a livello nazionale chiedendo a Renzi e al Governo di ascoltarci e di sostenerci». E proprio l’insufficienza delle politiche pubbliche a sostegno delle famiglie è ciò che emerge dall’indagine del Censis che in questi giorni ha reso noti dei dati allarmanti: dall’inizio della crisi ci sono stati 62000 nuovi nati in meno e la causa primaria di questo arresto della natalità è dovuto alle troppe incertezze economiche. Ecco allora che i mille passeggini vuoti «rischiano di essere davvero la fotografia dell’Italia del futuro», avverte De Palo. Intanto il 22 ottobre il Tar, a cui oltre 300 famiglie hanno fatto ricorso, darà una risposta e, si spera, «spazzerà via questi ingiusti aumenti».

 

 

6 ottobre 2014