Agagianian, pastore vicino alla gente

De Donatis presiederà il 28 ottobre a San Giovanni l’apertura dell’inchiesta diocesana sul cardinale, patriarca degli armeni. figura di primo piano nel Concilio Vaticano II

«I nostri nomi si avvicendavano or su, or giù, come i ceci nell’acqua bollente». Questa rivelazione fatta da san Giovanni XXIII sul conclave del 1958 davanti agli studenti del collegio armeno, il 1° febbraio 1959, è probabilmente l’aneddoto più conosciuto su Gregorio Pietro XV Agagianian, catholicos patriarca degli armeni. Il prossimo 28 ottobre, giorno non casuale perché ricorre la festa dell’apostolo san Giuda Taddeo, primo catholicos degli armeni, nella basilica di San Giovanni in Laterano, il cardinale vicario Angelo De Donatis presiederà l’apertura dell’inchiesta diocesana sul cardinale servo di Dio, deceduto nel 1971, alla presenza dell’attuale patriarca cattolico di Cilicia degli Armeni, Raphael Bedros XXI Minassian.

«Agagianian fu una figura di primo piano nel Concilio Vaticano II, uno dei moderatori chiamato da Paolo VI e ancora prima da Giovanni XXIII per definire e preparare i lavori conciliari, soprattutto per quanto riguarda la missionarietà», spiega padre Carlo Calloni, postulatore generale dell’Ordine dei frati minori cappuccini, a cui è affidata la causa. Agagianian, infatti, fu prefetto di Propaganda Fide per oltre 12 anni: «Ha avuto sicuramente una visione di primo piano, uscendo dalla guerra, della nuova situazione mondiale e della crescita delle Chiese al di fuori dell’Europa. Visitò queste realtà in Africa e in Asia, è stato uno dei grandi vescovi che nel post-Concilio ha dato concretezza alle decisioni prese durante i lavori».

Agagianian apparteneva a una Chiesa particolare come quella armena: «Anche questo ha avuto un ruolo importante nella vita e nel servizio che ha svolto durante il suo ministero episcopale – continua padre Calloni -. Dal punto di vista sacerdotale, la sua caratteristica principale è stata senza dubbio quella di essere un pastore vicino alla sua gente, sia da semplice prete che da vescovo e cardinale. Ha avuto la grande passione e la grande forza di proclamare il Vangelo, di essere attento e mettersi accanto alla sua gente. Del resto, conosciamo bene le vicende
drammatiche che ha dovuto soffrire il popolo armeno nel secolo scorso».

Inizialmente considerato “papabile” anche nel conclave del 1963 che elesse Paolo VI, la sua candidatura sarebbe stata però accantonata perché considerato troppo “filorusso”. «Evitiamo dietrologie – dice padre Calloni -. La Chiesa vuole che si faccia chiarezza su tutto e l’inchiesta diocesana ricercherà tutti i possibili documenti, ogni elemento sarà chiarito e magari smontato, magari risulterà essere una fake news. A noi interessa mettere in risalto tutta la vita del cardinale, come ha vissuto in maniera completa la sua fede, le sue virtù e come ha donato la vita perché il Vangelo fosse annunciato. Poi sappiamo bene che i santi non sono perfetti, senza peccato, ma persone che sanno riconoscere dove e quando sbagliano. Questa – conclude il postulatore – è probabilmente la grandezza dei santi».

25 ottobre 2022