Afghanistan, Save the Children: attacco ancora in corso

L’organizzazione esprime preoccupazione per l’attentato subito. Filippo Ungaro, portavoce per l’Italia: «Continueremo a portare avanti le nostre attività. I bambini afghani hanno bisogno del nostro aiuto»

«La situazione non è assolutamente chiara. Stiamo cercando di capire lo stato dell’arte e siamo molto preoccupati per il nostro staff». Filippo Ungaro, portavoce di Save the Children Italia, commenta in un video su Facebook l’attentato compiuto questa mattina nella sede dell’organizzazione a Jalalabad, in Afghanistan, alle 6.10 ora locale. «Siamo preoccupati e devastati – le sue parole – ma continueremo a portare avanti le nostre attività perché i bambini afghani hanno bisogno del nostro aiuto».

Il bilancio, finora, è di «decine di feriti e morti» ma «la situazione non è assolutamente chiara», prosegue Ungaro. «Non sappiamo i motivi di questo attacco. Siamo preoccupati e devastati ma continueremo a portare avanti le nostre attività». In continuità con un impegno che dura dal 1976 e che ha raggiunto, a tutt’oggi, almeno 700mila bambini con progetti di salute, nutrizione ed educazione.

Nelle prime ore del pomeriggio l’attacco contro il compound di Save the Children era ancora in corso. «La nostra preoccupazione primaria – ribadiscono dall’organizzazione – è garantire la sicurezza di tutto il nostro staff». Soprattutto in un Paese come l’Afghanistan, uno di quelli «dove è più difficile essere bambini e dove gli operatori  umanitari lavorano in condizioni particolarmente complicate». Temporaneamente sospese, al momento, tutte le attività nel Paese. «Ci impegniamo a riprendere le nostre operazioni e il nostro lavoro per salvare vite umane il più rapidamente possibile, non appena ci verrà assicurata la possibilità di operare in maniera sicura», assicurano.

24 gennaio 2018