Afghanistan, bimbi uccisi da bomba esplosa in strada

La condanna di Save the Children. 12 in tutto le vittime. «Oltre 18 anni di guerra hanno trasformato il Paese in uno dei peggiori al mondo per i piccoli»

Cinque bambini e 7 donne che viaggiavano su un autobus sono rimasti uccisi ieri, 29 settembre, a Daikundi, in Afghanistan. A travolgerli, un’esplosione sul ciglio della strada. Immediata la «ferma condanna» da parte di Save the Children: «Ancora una volta i bambini sono vittime innocenti di un conflitto che infuria intorno a loro, un conflitto di cui non sono parte in causa – dichiara Chris Nyamandi, direttore nazionale dell’organizzazione in Afghanistan -. Non dobbiamo mai accettare il termine “danno collaterale” quando si tratta di bambini: è semplicemente inaccettabile che abbiano rappresentato un terzo di tutte le vittime civili quest’anno».

Più di 18 anni di guerra, denunciano da Save the Children in una nota, «hanno trasformato l’Afghanistan in uno dei posti peggiori al mondo per i bambini. La stragrande maggioranza dei civili morti in Afghanistan ha perso la vita a causa di proiettili accidentali o di esplosivi artigianali nei centri abitati e proprio i bambini rappresentano il 31% del totale delle vittime civili. Nelle aree colpite dai conflitti – si legge ancora nella nota -, in tutti i casi verificati di violenza sessuale contro i minori, 9 vittime su 10 sono ragazze. I ragazzi hanno invece molte più probabilità di essere esposti a uccisioni e mutilazioni, rapimenti e reclutamento nei gruppi armati».

Ancora una volta, dunque, l’organizzazione torna a chiedere a tutte le parti in conflitto di «fare il possibile per proteggere i civili in questa guerra brutale – conclude Nyamandi -. Un futuro pacifico e produttivo per l’Afghanistan dipende dalla protezione e dall’istruzione dei suoi figli».

30 settembre 2020