Sono 969 le procedure di azione internazionale concluse in Italia nel 2019. A rivelarlo, le statistiche pubblicate on line dalla Cai-Commissione adozioni internazionali, che dicono di una decrescita del 14% rispetto all’anno precedente. «La Cai – commenta il presidente di Aibi-Amici dei Bambini Marco Griffini -, che pubblica tempestivamente i dati sul 2019 con tabelle assolutamente esaustive, Paese per Paese, ente per ente, merita, con la sua vicepresidente Laura Laera, i complimenti per la trasparenza e l’efficienza. Purtroppo, tuttavia, da questi dati emerge un quadro riassuntivo fortemente negativo».

Nonostante il calo, alcuni Paesi d’origine dei minori hanno invertito positivamente la tendenza, come la Colombia, che passa dalle 128 adozioni del 2018 alle 161 del 2019, e il Perù, che conclude con 44 adozioni nel 2019 rispetto alle 24 del 2018. I decrementi più pesanti invece sono quelli della Cina, con 46 adozioni del 2019 rispetto alle 84 del 2018, della Federazione Russa, passata dalle 152 adozioni del 2018 alle 126 del 2019, della Bielorussia, con 72 adozioni rispetto a 91 nel 2018, e del Vietnam, che ha 37 adozioni rispetto alle 54 del 2018.
Complessivamente sono 3.039 le procedure pendenti in capo ai vari enti autorizzati.

Per Griffini, «moltissime altre coppie potrebbero avvicinarsi all’adozione internazionale se il governo si decidesse a investire su queste potenziali nuove famiglie. E i soldi ci sono e c’erano, anche se non sono stati spesi. Dal 2013 al 2017 sono stati stanziati, per il Fondo per il sostegno alle adozioni internazionali, più di 42 milioni, di cui spesi solo 10 milioni. Per le attività di cooperazione a sostegno della adozione internazionale, sempre negli stessi anni, sono stati stanziati quasi 59 milioni e spesi solo 848mila euro. E non sappiamo ancora quanto sia stato impiegato dei fondi stanziati per il 2018. L’auspicio è che, finalmente, si volti pagina».

23 gennaio 2020