“Adottiamo un nonno”, per stare accanto ai più soli

La proposta di Centro per la pastorale sanitaria e Ufficio catechistico per la Quaresima. L’esperienza “pilota” di Santa Chiara e San Domenico di Guzman

Fa riferimento al brano evangelico della guarigione del paralitico narrata da Marco (Mc 2, 1-12) l’iniziativa “Adottiamo un nonno”, proposta per questo tempo di Quaresima dal Centro per la pastorale sanitaria e dall’Ufficio catechistico del Vicariato. «Nato per dare concretezza ai tanti appelli di Papa Francesco che chiede di mettere in relazione e comunicazione i più giovani con la sapienza degli anziani – spiega il vescovo Paolo Ricciardi, delegato per la pastorale sanitaria della diocesi -, il progetto ha come modello proprio quello del paralitico condotto da Gesù da quattro persone che lo sorreggevano sulla lettiga». Ecco allora il senso della formula “1×4 4×1” che fa da sottotitolo: non ha tanto una valenza aritmetica quanto metodologica. «Pensiamo a una piccola comunità formata da tre bambini che si stanno preparando alla Comunione e a un ministro straordinario dell’Eucaristia – continua il presule – che vanno insieme da un anziano della parrocchia; auspichiamo che non ci si limiti ad una visita di cortesia ma che nasca un rapporto che possa andare oltre la Quaresima, lasciando spazio alla fantasia pastorale dei vari gruppi parrocchiali».

Per don Andrea Cavallini, direttore dell’Ufficio catechistico diocesano, questa iniziativa, «i cui frutti matureranno nel tempo, risponde all’azione educativa del catechismo dei piccoli» perché «lo stare vicini alle persone anziane, malate e sole è una vera opera di carità». Questo progetto guarda anche all’esperienza della parrocchia di Santa Chiara ai Giuochi Delfici, nella XIII prefettura, dove per il secondo anno si sta sperimentando questa speciale formula di incontro tra generazioni lontane. «I ragazzi che si preparano a ricevere la cresima – illustra il viceparroco don Alfredo Tedesco – visitano settimanalmente gli oltre 50 anziani e malati del nostro quartiere». È l’olio crismale che «crea una sorta di legame liturgico – spiega il sacerdote -: si utilizza sia per l’unzione degli infermi sia nel sacramento della confermazione». I cresimandi «vengono accompagnati dai ministri straordinari dell’Eucaristia – racconta Gualtiero, loro coordinatore – ed è bellissimo vedere la gioia che la visita dei giovani procura nei nostri assistiti; del resto, la malattia più grave è la solitudine».

Anche nella parrocchia di San Domenico di Guzman, a Tor San Giovanni, «da tre anni i bambini di quinta elementare, prossimi a ricevere la prima comunione – spiega il parroco don Giulio Villa – accompagnano almeno un paio di volte i ministri straordinari dell’Eucaristia nella visita agli anziani e ai malati».

18 marzo 2019