“Adotta uno studente”: la proposta dell’Acse

Borse di studio offerte agli universitari d’intesa con Migrantes. Obiettivo, per suor Venturelli, è «far sentire a casa i giovani. La sfida della cultura è importante»

Sono le storie dei migranti stessi a dimostrare quanto «la sfida della cultura è molto importante» perché «scalda l’anima delle persone oltre a contribuire alla ricerca di un lavoro per costruire il proprio futuro». A raccontare le storie di alcuni degli studenti universitari sostenuti e accompagnati anche economicamente nel loro percorso accademico dall’Associazione comboniana servizio emigranti e profughi (Acse) è suor Maria Rosa Venturelli, comboniana e referente del progetto “Adotta uno studente”.

Lionel, originario del Camerun, «dopo 7 anni di studio è oggi un medico, sposato e con due bambine – dice la religiosa -. Ha scelto di non perseguire solo la carriera perché dice che ha sempre voluto fare il medico per stare vicino alle persone e per questo ha scelto di lavorare in una struttura hospice». Abdoul, originario della Costa d’Avorio e premiato alla Camera dei deputati lo scorso settembre come uno degli studenti più meritevoli tra i laureati degli atenei statali, «vorrebbe avviarsi alla carriera diplomatica – continua Venturelli – per poter così aiutare a ricercare soluzioni di pace» laddove la guerra è ciò che lo ha spinto a scappare dalla propria terra. Un altro ragazzo che fruisce della borsa di studio di 900 euro offerta dall’Acse in sinergia con la Fondazione Migrantes – con un contributo quindi di 100 euro al mese per anno accademico agli studenti «per le piccole cose necessarie come l’abbonamento dei mezzi pubblici» – ricorda quanto gli ripeteva sempre il padre e cioè che «potranno toglierti tutto nella vita, ma la cultura nessuno te la può strappare via ed è quello che ti dà una forma e ti dà la tua dignità», riferisce la comboniana.

Quest’anno sono 41 gli studenti che fruiscono del contributo economico e 12 sono quelli che «l’anno scorso hanno conseguito la laurea triennale, per loro un traguardo importante», fa sapere suor Venturelli, che per anni ha vissuto la “missio ad gentes” e da questa esperienza ha ricavato la consapevolezza di quanto «è importante conoscere la cultura del luogo dove si vive» mentre spesso «i nostri studenti, pur stando in Italia anche 5 o 7 anni per lo studio, non la conoscono». Da qui «la proposta di visite guidate un paio di volte l’anno per scoprire la bellezza dell’arte, perché è uno strumento in più che favorisce l’inserimento», dice la religiosa. Ancora, la richiesta fatta «ad alcune famiglie di invitare a pranzo o a cena due dei nostri studenti una volta ogni due mesi», per far loro «respirare l’aria dello stare in famiglia – spiega la comboniana -, creando nella semplicità una solidarietà e una condivisione che diventano sostegno nei momenti di difficoltà». Non si tratta quindi solo di contribuire con un sostegno economico perché “Adotta uno studente” ha primariamente l’obiettivo di «fare sentire a casa gli studenti», conclude.

In questo tempo pasquale, poi, l’Acse propone di “adottare” anche le mamme migranti con i loro bambini, offrendo loro un dono. «Servono non soltanto uova, simbolo di rinascita – dice padre Venanzio Milani, presidente dell’associazione comboniana – ma anche pannolini, latte in polvere e biberon». Per sostenere questi progetti e le altre iniziative dell’Acse è possibile consultare il sito dell’associazione.

27 marzo 2023